La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto significativi incentivi volti a sostenere le donne che, oltre a essere madri, sono attive nel mondo del lavoro. Queste agevolazioni si presentano sotto forma di sgravio contributivo, offrendo un supporto importante a chi si trova nella duplice veste di lavoratrice e genitrice. Uno dei principali incentivi è il Bonus Madri, concepito come uno sgravio sui contributi previdenziali che può arrivare fino a 3.000 euro all’anno. Questa misura si applica alle lavoratrici con contratto a tempo indeterminato che hanno avuto almeno due figli. Concretamente, equivale a circa il 9,19% dei contributi mensili versati dalla lavoratrice.

Il bonus si articola in diverse fasce e tempi di fruizione: per le donne con due figli, lo sgravio può essere sfruttato fino al decimo anno di età del figlio più giovane. Per coloro con più di due figli, l’agevolazione si estende fino al diciottesimo anno del figlio minore.

Tuttavia, l’agevolazione piena è riservata a lavoratrici con redditi superiori a 35.000 euro. Per chi rientra in una fascia di reddito inferiore a questo limite, già esistono altri incentivi fiscali come il taglio del cuneo fiscale, che riduce la quota contributiva a loro carico.

Il taglio del cuneo fiscale, introdotto dal Governo Draghi, offre uno sgravio del 7% per le lavoratrici con redditi fino a 25.000 euro e del 6% per quelle con redditi da 25.000 a 35.000 euro. Questi sgravi, seppur meno consistenti rispetto al Bonus Madri, costituiscono comunque un supporto per le lavoratrici con redditi più bassi.