Le autorità di Cagliari e Napoli hanno smantellato una sofisticata rete criminale che operava nel riciclaggio di proventi illeciti attraverso la compravendita di autovetture di lusso. Le indagini condotte dai Nuclei di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza hanno portato a otto ordinanze di custodia cautelare e sequestri per associazione a delinquere, riciclaggio, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni. L’operazione ha coinvolto una ditta tedesca, sospettata di essere parte integrante di queste attività illecite, con un vasto patrimonio aziendale, composto da immobili, veicoli e disponibilità finanziarie per oltre 4,2 milioni di euro, principalmente localizzati a Napoli e Cagliari.

L’organizzazione, guidata da un individuo campano residente in Germania, ha utilizzato una ditta estera intestata alla sua consorte e con la collaborazione della figlia per riciclare i proventi illeciti tramite la vendita di auto di lusso. Queste vetture venivano utilizzate in contratti fittizi di noleggio a lungo termine con persone facoltose o con legami con la criminalità organizzata campana.

Alcuni membri della cosiddetta “Bella Italia”, una società operante in Germania e fondata da un individuo di Napoli, risultano implicati nell’utilizzo del noleggio di auto di lusso per riciclare i proventi derivanti dal traffico di stupefacenti. L’arresto dei titolari di questa società, avvenuto in Germania, include Pasquale Coppola e sua moglie, con l’accusa di riciclaggio. Si sta attuando un mandato di arresto europeo per estradarli in Italia.

Tra i coinvolti si annovera anche Gaetano Tufo, noto come ‘”o Cammello”, già condannato per associazione a delinquere di stampo camorristico, che risulta coinvolto in queste attività illegali.

Le indagini della Procura di Napoli indicano che i contratti di noleggio servivano per mascherare la vendita effettiva di auto di lusso, consentendo ai clienti, anche affiliati alla criminalità organizzata, di eludere le leggi in materia di prevenzione patrimoniale e di evitare il deposito di una cauzione di un milione di euro richiesta dalla normativa tedesca per operazioni di leasing di autovetture.

In pratica, si trattava di un servizio che occultava beni mobili, violando anche il Codice della Strada, e che facilitava transazioni illegali. L’associazione criminale coinvolta si serviva anche dell’intermediazione di una società di Marano di Napoli, in realtà una sede secondaria della ditta tedesca, per attrarre clienti, compreso un caso con il coinvolgimento del clan dei Casamonica.