Nel 2024 sarà avviato un nuovo taglio fiscale dedicato alle mamme lavoratrici, consentendo loro di ricevere un bonus diretto sulle buste paga. Si tratta di un ulteriore taglio del cuneo fiscale sui contributi destinato alle donne con figli che svolgono un’occupazione. Questa iniziativa prevede uno sconto considerevole, potenzialmente fino a 3000 euro all’anno a seconda del reddito (con il beneficio annullato oltre tale tetto). Il bonus avrà un carattere “sperimentale”, come indicato dal governo, ma potrebbe essere prorogato negli anni successivi. Vediamo i dettagli riguardanti i beneficiari e gli aumenti mensili dei salari.

Cos’è il bonus mamma e quanto inciderà sullo stipendio
Il bonus, noto come decontribuzione o bonus mamma, riguarderà la parte dei contributi INPS a carico del lavoratore (9,19%) con uno sgravio totale. Tuttavia, ci sarà un tetto massimo: lo sconto non potrà superare i 3000 euro all’anno. Questo significa che l’aumento lordo mensile delle retribuzioni non potrà superare i 230 euro al mese per tredici mensilità.

Per coloro con un reddito fino a 25.000 euro, il 7% del carico contributivo è già ridotto grazie alla precedente riduzione del cuneo fiscale; per chi guadagna fino a 35.000 euro, il 6%.

In questi casi, lo sconto aggiuntivo diventa del 2% o del 3%, portando a un aumento mensile di meno di 100 euro. Tuttavia, lo sconto si applica solo se si hanno almeno due figli.

Modifiche alla Legge di Bilancio
Inizialmente si prevedeva un periodo di decontribuzione di tre anni, ma una correzione inviata dal governo al Senato ha modificato questa tempistica. L’errata correzione dello sgravio contributivo per le mamme con due figli è stata rivista fino al 31 dicembre 2024, anziché fino al 2026. Rimane invece triennale per le mamme dipendenti a tempo indeterminato con tre figli, fino al 18° anno di età del figlio.

Il ministero dell’Economia afferma che la misura è stata sempre concepita in questo modo, come riportato nella nota del Tesoro al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato la manovra. Tuttavia, l’errore era evidente nella relazione tecnica della Manovra. Si prevede che, nel 2024, lo Stato spenda 746 milioni di euro per garantire la decontribuzione a queste categorie di lavoratrici.