Il calo del prezzo del grano duro è destinato a suscitare preoccupazioni riguardo alle pratiche speculative nella filiera alimentare, poiché il costo della pasta continua ad aumentare. Secondo un recente report, il prezzo della pasta è aumentato del 58,4% rispetto all’anno precedente, nonostante il ribasso del costo della materia prima e la stabilizzazione dei costi dell’energia. Questa situazione ha attirato l’attenzione del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha incaricato il Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, di convocare una Commissione di allerta rapida per indagare sulla questione.
Organizzazioni come Coldiretti hanno sollecitato l’intervento della Guardia di Finanza per investigare sulla possibile distorsione dei prezzi nel settore alimentare. La pasta è un elemento cruciale dell’economia italiana, con un consumo medio di 23,5 kg per persona all’anno e una quota del 25% della produzione mondiale annua, generando un fatturato complessivo di circa 20 miliardi di euro. Questo problema è di particolare interesse per gli agricoltori e i consumatori, poiché l’aumento apparentemente inspiegabile dei prezzi della pasta pone delle sfide significative.
L’Osservatorio del ministero del Made in Italy ha riscontrato significative variazioni dei prezzi medi al consumo della pasta nelle diverse città italiane, un dato confermato anche dall’associazione dei consumatori Assoutenti. La Commissione di allerta rapida avrà un ruolo essenziale nell’analizzare le dinamiche dei prezzi lungo la filiera della pasta, individuare eventuali pratiche sleali e speculazioni e garantire una maggiore trasparenza e protezione sia per gli agricoltori che per i consumatori.
Questo aumento ingiustificato dei prezzi della pasta solleva dubbi sulla trasparenza e l’equità all’interno del settore alimentare italiano, e richiede un’azione tempestiva per garantire un mercato più equilibrato e sostenibile.