A partire da luglio, le nuove domande presentate per l’Assegno unico non avranno più diritto agli arretrati relativi al periodo da marzo a giugno dello scorso anno. Ciò significa che le persone che faranno richiesta dell’Assegno unico dopo questa data non potranno recuperare i soldi che avrebbero spettato loro per quel periodo.

Tuttavia, è importante sottolineare che questa modifica riguarda un numero limitato di famiglie, specialmente quest’anno, poiché l’INPS ha istituito il rinnovo automatico dell’Assegno tra febbraio e marzo per coloro che erano già beneficiari, eliminando la necessità di presentare una nuova domanda.

L’Assegno unico e universale è un sostegno economico destinato alle famiglie con figli a carico fino ai 21 anni (in determinate condizioni) e senza limiti di età per i figli disabili. L’importo dell’assegno dipende dalla situazione economica del nucleo familiare, in base a un ISEE valido al momento della richiesta, tenendo conto dell’età e del numero dei figli, nonché di eventuali situazioni di disabilità.

L’Assegno unico è definito “unico” perché mira a semplificare e potenziare gli interventi a sostegno della genitorialità e della natalità, e “universale” perché viene garantito in misura minima a tutte le famiglie con figli a carico, anche se non possiedono un ISEE o se l’ISEE supera la soglia dei 40.000 euro.

Le famiglie interessate dalla mancata concessione degli arretrati sono le seguenti:

Coloro che, pur avendo figli a carico, non hanno ancora presentato una domanda per l’Assegno unico.
Chi non ha ancora richiesto l’ISEE 2023 e quindi stanno percependo solo la quota minima dell’Assegno unico.
Coloro che hanno presentato la domanda e possiedono l’ISEE, ma potrebbero presentare un nuovo ISEE per aumentare l’importo dell’Assegno unico.