Il bonus sostegno al reddito, noto anche come Bonus SAR 2023, rappresenta un aiuto statale per le famiglie che si trovano in difficoltà economiche a causa della perdita del lavoro in somministrazione. Si tratta di un ausilio che può essere richiesto dai lavoratori che hanno perso il lavoro dopo aver avuto contratti di somministrazione a tempo determinato o indeterminato.

Per poter accedere a questo bonus, è necessario soddisfare alcuni requisiti, tra cui essere disoccupati da almeno 45 giorni e aver prestato almeno 110 giorni di lavoro, oppure 440 ore se il lavoro era part time, nell’ultimo anno. In alternativa, il bonus può essere richiesto se si è in disoccupazione da 45 giorni e si è terminato l’iter in mancanza di occasioni di lavoro, oppure se si sono maturati 90 giorni di lavoro o 360 ore in caso di lavoro part time.

Il bonus sostegno al reddito eroga 1000 euro a chi ha i requisiti necessari e 780 euro nel caso in cui si siano maturati 90 giorni di lavoro o 360 ore per il part-time. La domanda per richiedere il bonus deve essere presentata tra il 106° e il 173° giorno dopo la fine del rapporto di lavoro, e si deve attendere un periodo di 60 giorni prima di poter ottenere il sostegno al reddito.

Tuttavia, questa forma di sostegno alle famiglie ha suscitato diverse critiche e contestazioni da parte dei sindacati. Essi sostengono che queste forme di lavoro precarie, come quella della somministrazione, non forniscono stabilità e diritti ai lavoratori, e che sarebbe più opportuno introdurre politiche a favore del lavoro stabile e garantire diritti e tutele ai lavoratori, anziché proporre bonus temporanei a sostegno del reddito.

Inoltre, i sindacati propongono come alternativa il salario minimo e il reddito di base come strumenti stabili per garantire un sostegno economico adeguato alle famiglie in difficoltà. L’introduzione di tali strumenti garantirebbe infatti un’adeguata protezione sociale a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro situazione lavorativa.