La scoperta di una fossa comune contenente 19 bufale in avanzato stato di decomposizione vicino a un allevamento nell’area di Sessa Aurunca, nel Casertano, ha suscitato indignazione e preoccupazione tra le autorità locali. La fossa comune è trovata durante un’operazione di controllo della task force del commissario straordinario per l’eradicazione della brucellosi, il generale Luigi Cortellessa, il quale ha disposto verifiche sul rispetto delle norme in materia di biosicurezza e ambiente negli allevamenti della zona.

I veterinari dell’Asl di Caserta, dopo aver accertato la presenza dei resti degli animali, hanno contattato i Carabinieri Forestali, che si sono recati immediatamente sul posto. L’allevatore è denunciato e l’azienda agricola posta sotto sequestro per il potenziale rischio per la diffusione di malattie. La scoperta della fossa comune ha sollevato una serie di interrogativi sulla gestione degli animali negli allevamenti della zona e sulla necessità di un controllo più rigoroso per prevenire situazioni simili in futuro.

La scoperta di una fossa comune contenente animali morti è un evento preoccupante per molte ragioni. In primo luogo, la decomposizione degli animali può causare la diffusione di malattie e rappresentare una minaccia per la salute pubblica. In secondo luogo, la gestione inappropriata degli animali morti può avere un impatto negativo sull’ambiente e sulle risorse naturali, come ad esempio l’inquinamento delle acque sotterranee.