L’episodio tragico avvenuto a Roma in cui un neonato di soli 20 giorni è morto a seguito di una circoncisione rituale fatta in casa, ha suscitato un’ondata di indignazione e di richieste di maggiore attenzione alle questioni di salute e sicurezza dei neonati. La pratica della circoncisione rituale, se effettuata in modo sicuro da personale sanitario qualificato, può offrire benefici medici e religiosi. Tuttavia, quando effettuata in modo non professionale, può causare gravi danni alla salute, come nel caso del neonato deceduto. In Italia, la circoncisione non è obbligatoria e non viene eseguita in modo automatico, ma solo su richiesta e solo da personale medico specializzato. Pertanto, la circoncisione rituale fatta in casa costituisce un reato e deve essere punita dalla legge.

L’episodio di Roma sottolinea l’importanza della prevenzione e della sensibilizzazione sui rischi delle pratiche sanitarie non controllate. Inoltre, evidenzia la necessità di aumentare la consapevolezza e l’informazione sulla circoncisione rituale, soprattutto tra le comunità che praticano questa tradizione.