Erano registrati come presenti in classe ma, nello stesso giorno e nella stessa fascia oraria, erano fermati ai posti di blocco dalle forze dell’ordine in città lontane dalla Campania, persino al confine del Brennero. È così che la Guardia di Finanza ha smascherato un sistema di false presenze scolastiche in una scuola paritaria di Sant’Antimo.

L’inchiesta della Guardia di Finanza

Gli investigatori della compagnia di Frattamaggiore, guidati dal tenente colonnello Carmine Bellucci, hanno incrociato i registri di classe con i database delle forze di polizia, scoprendo gravi incongruenze. Gli studenti risultavano regolarmente presenti a scuola, ma in realtà si trovavano a centinaia di chilometri di distanza.

I reati contestati

In totale sono 51 le persone indagate: la maggior parte sono studenti, ma tra i nomi compaiono anche preside, vicepreside e docenti dell’istituto. La Procura, con il coordinamento del facente funzioni di procuratore Anna Maria Lucchetta, contesta il reato di falso ideologico.

Diplomi falsi e rette elevate

Secondo le indagini, gli studenti pagavano una retta di circa 5.000 euro l’anno. Per un diploma completo, invece, la cifra poteva arrivare fino a 25.000 euro. Di fatto, però, la presenza in classe era quasi inesistente: molte delle residenze accertate erano lontanissime da Sant’Antimo, a conferma del meccanismo fraudolento.