Avrebbe convinto le sue vittime di essere in grado di mettersi in contatto con i defunti attraverso i social, chiedendo in cambio donazioni digitali convertibili in denaro contante, in alcuni casi fino a 700 euro. È la vicenda che vede protagonista una sedicente sensitiva di Napoli, denunciata alla Procura da cinque donne che si sono rivolte alle autorità dopo essersi rese conto del presunto inganno.
La strategia: una rete di manipolazione costruita sui social
Secondo le segnalazioni, la donna avrebbe sviluppato uno schema di truffa che iniziava con la selezione di persone emotivamente fragili o in lutto, contattate tramite profili social e convinte di poter ricevere messaggi dai propri cari scomparsi. La sensitiva avrebbe quindi instaurato un rapporto di fiducia e dipendenza psicologica, alimentato da pressioni, insinuazioni e — in alcuni casi — umiliazioni pubbliche rivolte a chi metteva in dubbio i suoi presunti poteri.
Le vittime riferiscono che ogni “comunicazione” con l’aldilà avveniva esclusivamente attraverso la medium, che poi riportava i messaggi dei defunti tramite messaggi vocali, chat e video inviati su diverse piattaforme.
Vittime anche all’estero: segnalazioni da Svizzera e Germania
Le denunce provengono non solo dall’Italia ma anche dall’estero. Tra le cinque donne che si sono rivolte alle autorità, due risiedono rispettivamente in Svizzera e Germania, a dimostrazione di come l’attività della presunta truffatrice avesse raggiunto un pubblico ben più ampio di quello locale grazie ai social network.
Le voci finte e l’intervento della figlia
Secondo alcune testimonianze, per rendere più credibili le sue sedute spiritiche la donna avrebbe utilizzato voci artefatte e altri espedienti audio, talvolta con la collaborazione della figlia, così da simulare la presenza dei defunti durante le “comunicazioni”. Un trucco che avrebbe rafforzato l’illusione delle vittime e consolidato la capacità della sedicente sensitiva di ottenere nuove somme di denaro.
Una truffa emotiva che sfruttava il dolore
Gli inquirenti stanno ora ricostruendo il giro di contatti, pagamenti e presunti raggiri. Le vittime parlano di un sistema basato sulla manipolazione del lutto, un contesto emotivo in cui la necessità di un ultimo contatto con i propri cari ha reso molte persone vulnerabili alle tecniche della truffatrice.
L’indagine della Procura di Napoli dovrà accertare l’entità economica dell’inganno, il ruolo degli eventuali complici e la possibile presenza di altre persone coinvolte o non ancora emerse.