È stato un incendio divampato al quarto piano di una palazzina in via Ferrara a Casoria, in provincia di Napoli, a far scattare l’intervento dei soccorsi. Le fiamme avevano avvolto la porta d’ingresso di un’abitazione: immediata la chiamata al numero d’emergenza 112.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione locale e del Nucleo Radiomobile, che, domato l’incendio, hanno raccolto la denuncia della residente. Fortunatamente, la donna al momento dell’accaduto non era in casa. Un’assenza fortuita che, con ogni probabilità, le ha salvato la vita.
Un quadro di violenze mai denunciate
Secondo le ricostruzioni degli investigatori, l’incendio sarebbe stato appiccato dall’ex compagno della vittima, un 42enne del posto, già noto alle forze dell’ordine. L’uomo, nel tempo, avrebbe messo in atto una lunga serie di atti persecutori, sfociati infine nel gesto estremo delle fiamme.
Le minacce, gli insulti, le aggressioni fisiche e i danneggiamenti erano iniziati mesi prima, ma mai formalmente denunciati. Secondo quanto riferito dalla donna, l’uomo l’avrebbe tormentata con:
Telefonate e messaggi minatori, anche di morte;
Pugni e schiaffi in occasione di incontri avvenuti nonostante la separazione;
Danneggiamenti all’auto, tra cui fari rotti a calci;
Atti vandalici, come la corrosione del citofono con acido e pugni alla porta di casa.
Tutti episodi rimasti impuniti, anche a causa di successivi perdoni da parte della vittima, spesso seguiti da scuse rituali da parte dell’aggressore.
Identificazione e arresto
Grazie alle testimonianze raccolte e all’analisi delle immagini di videosorveglianza presenti in strada, i carabinieri sono riusciti a identificare con certezza l’autore dell’incendio. Il 42enne è stato arrestato e condotto in carcere, dove dovrà rispondere delle accuse di:
Atti persecutori (stalking);
Incendio doloso;
Eventuali ulteriori reati legati ai danneggiamenti.
Il caso rilancia il tema della violenza domestica e della denuncia
L’episodio di Casoria riporta l’attenzione sulla necessità di interventi tempestivi nelle situazioni di violenza domestica e stalking. La dinamica dei “perdoni” successivi a episodi gravi — spesso dettati dalla paura, dalla dipendenza affettiva o economica — rende ancora più urgente un sostegno strutturato alle vittime, anche quando non formalizzano la denuncia.