Nuove misure di sostegno economico sono in arrivo per i pensionati con basso reddito e in condizioni di non autosufficienza. Il sistema pensionistico italiano prevede per il 2025 un bonus integrativo fino a 300 euro al mese, destinato a chi percepisce trattamenti minimi e presenta requisiti reddituali e contributivi precisi.

A chi spetta l’integrazione
La misura si chiama integrazione al trattamento minimo. È rivolta a chi riceve una pensione inferiore a 603,40 euro mensili (soglia minima 2025). Con la rivalutazione straordinaria, l’importo può arrivare fino a 616,67 euro. Il bonus mira a garantire una base economica più dignitosa per i pensionati in maggiore difficoltà.

Per accedere all’integrazione è necessario:

Aver versato almeno un contributo entro il 31 dicembre 1995 (sistema misto o retributivo)

Non essere titolare di pensione contributiva pura (inizio contribuzione dopo il 1996)

Rientrare nei limiti di reddito personale annuo:

Inferiore a 7.844,20 euro per ottenere l’integrazione piena

Inferiore a 15.688,40 euro per accedere a un’integrazione parziale

Per i coniugati, il limite è calcolato sommando i redditi di entrambi i coniugi.

Quando arriva il bonus
Il bonus pensionati 2025 è previsto a partire da luglio. La rivalutazione automatica non richiede alcuna domanda: viene applicata direttamente dall’INPS ai titolari di diritto. Per l’integrazione al minimo, invece, è necessaria una richiesta formale.

Come richiederlo
La domanda può essere presentata tramite tre canali ufficiali:

Servizio online INPS “Consulente digitale delle pensioni”

Contact center INPS

Patronati accreditati

È fondamentale disporre di un ISEE aggiornato per dimostrare la propria situazione economica.

Chi è escluso
Sono esclusi:

Pensionati con sistema contributivo puro

Soggetti con redditi superiori ai limiti fissati

Titolari di pensioni già superiori alla soglia minima

Obiettivo della misura
L’integrazione serve a compensare il gap economico tra la pensione percepita e il trattamento minimo stabilito per legge. Un aiuto mirato a chi, oltre alla pensione bassa, si trova in una condizione di fragilità o non autosufficienza e non può accedere a cure specialistiche a pagamento.