Non un luogo isolato e abbandonato, ma un cantiere pubblico attivo e finanziato con fondi del PNRR: è qui che è stata brutalmente uccisa Martina Carbonaro, la giovane vittima del femminicidio per cui ha confessato l’ex fidanzato, Alessio Tucci. A rivelarlo è l’architetto Paolo Sibilio, consulente tecnico incaricato dall’avvocato Sergio Pisani, legale della famiglia della vittima.
Il cantiere del palazzetto comunale: “zona che doveva essere sorvegliata”
Il luogo del delitto non sarebbe un casolare abbandonato, come inizialmente riportato, bensì i locali sovrastanti gli spogliatoi del palazzetto dello sport “Luigi Moccia”, all’interno del centro sportivo comunale di Afragola. La struttura comprende anche uno stadio di calcio, un campo da rugby e la sede del mercato settimanale.
L’area in cui è trovato il corpo è oggetto di lavori di ristrutturazione finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), e avrebbe dovuto essere interdetta al pubblico e costantemente sorvegliata. Secondo l’architetto Sibilio, «la totale assenza di controllo ha reso possibile una tragedia annunciata».
Gli elementi raccolti e le responsabilità da accertare
Il consulente ha già consegnato documentazione tecnica e rilievi all’avvocato Pisani, che saranno depositati alla magistratura per ulteriori approfondimenti. Lo stesso legale sottolinea come la scelta del luogo non sia stata casuale: «Se il delitto era premeditato, è individuato proprio perché privo di vigilanza; se non lo era, il cantiere ha offerto all’assassino l’occasione perfetta: una pietra come arma, isolamento e tempo per occultare il corpo».
L’intervento della criminologa Roberta Bruzzone
A sostegno della famiglia, è coinvolta anche la criminologa Roberta Bruzzone, figura di rilievo a livello nazionale, che contribuirà alla ricostruzione della dinamica del delitto e all’analisi comportamentale del reo confesso.
La richiesta di chiarezza e il possibile risarcimento
L’avvocato Pisani ha annunciato l’intenzione di chiedere un risarcimento per la famiglia della vittima e ha rivolto un appello alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, chiedendo di fare luce sulle condizioni di abbandono di un cantiere pubblico finanziato con risorse europee.
«Confidiamo nel senso di responsabilità delle istituzioni locali – afferma l’architetto Sibilio – e attendiamo chiarimenti formali dal sindaco e dalla segretaria comunale, che sono già informati della richiesta ufficiale».