La settimana scorsa si è tenuta nella straordinaria cornice del Castello Angioino-Aragonese di Gaeta la prima Conferenza nazionale sull’Embodied Education, un evento promosso dall’Università di Cassino e del Lazio Meridionale e patrocinato anche da INDIRE, che ha affiancato con convinzione l’iniziativa in virtù della sua rilevanza scientifica, culturale e pedagogica.

La due giorni ha riunito docenti, ricercatori, neuroscienziati, pedagogisti e professionisti della formazione provenienti da tutta Italia, per riflettere sulle potenzialità trasformative di un approccio educativo che riconosce nella corporeità, nella relazione, nella dimensione sensoriale ed emotiva i pilastri fondanti dei processi di apprendimento e insegnamento.

L’evento ha rappresentato un’importante tappa nel percorso di rinnovamento pedagogico nazionale, contribuendo a definire un nuovo paradigma educativo che, superando la tradizionale separazione mente-corpo, valorizza l’Embodied Education come chiave per un apprendimento più autentico, inclusivo, personalizzato e contestualizzato.

In apertura dei lavori l’intervento di Elsa Maria Bruni, professoressa ordinaria di pedagogia generale e sociale all’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, presidente del corso di laurea magistrale in scienze pedagogiche nello stesso ateneo e da poco nominata consigliera di amministrazione INDIRE, che ha portato il saluto dell’Istituto sottolineando l’impegno nello sviluppo di modelli formativi capaci di affrontare le sfide della contemporaneità con approcci integrati, sensibili alla persona, al corpo, all’ambiente e alla sostenibilità.

Ampio spazio è stato dedicato al confronto epistemologico attraverso tavole rotonde che hanno coinvolto rappresentanti di università, centri di ricerca e istituzioni scolastiche, confermando il valore sistemico dell’Embodied Education come paradigma capace di connettere ricerca scientifica, pratica educativa e politiche formative.