Durante la celebrazione del Corpus Domini a Mortora, frazione di Piano di Sorrento, don Rito Maresca ha scelto di indossare una casula dai colori fortemente simbolici: rosso, verde, bianco e nero. Queste tinte, che insieme compongono la bandiera della Palestina, sono diventate un messaggio visivo potente: un appello alla pace, alla misericordia e alla solidarietà verso i popoli colpiti da guerre e violenze.
Una Messa che diventa atto sociale
Il gesto non è passato inosservato. Pubblicato e rilanciato sui social della parrocchia di Mortora, ha suscitato centinaia di reazioni. Don Rito ha spiegato così la sua scelta:
“Dobbiamo schierarci. Per la vita, per chi non può difendersi”.
Con parole semplici e dirette, ha trasformato la liturgia in un momento di riflessione profonda sul ruolo della fede in un mondo lacerato dai conflitti.
L’omelia: tra fede, responsabilità e speranza
Durante l’omelia, il sacerdote ha affrontato il rischio di essere frainteso:
“Forse è una Messa scomoda, non ortodossa secondo alcuni. Ma quando mai Gesù è stato comodo nel Vangelo?”
L’invito ai fedeli è stato chiaro: non alimentare l’odio, ma essere luce e speranza anche nelle situazioni più buie. Maresca ha inoltre chiesto perdono per ogni divisione alimentata nel passato e ha esortato la comunità a cercare la riconciliazione, partendo dalle azioni quotidiane.
Reazioni: tra sostegno e critiche
Il video della Messa ha rapidamente fatto il giro dei social, generando una valanga di commenti. Molti hanno espresso apprezzamento per il gesto, considerato un atto coraggioso e di impegno cristiano autentico. Tuttavia, non sono mancate critiche: alcuni utenti lo hanno accusato di aver politicizzato un momento sacro.
Don Rito, senza alimentare polemiche, ha risposto con pacatezza:
“Qualcuno mi ha detto che diventerò vescovo. Tranquilli: ho scelto di non fare carriera, ma di restare libero”.
Il significato di un simbolo liturgico
Quella casula non è solo un paramento liturgico, ma diventa simbolo di un atteggiamento cristiano attivo, che non si limita alla celebrazione, ma si apre alla società, alle sue contraddizioni e alle sue sofferenze. In un momento storico segnato da tensioni internazionali, la parrocchia di Mortora lancia così un messaggio potente: la fede può e deve parlare anche ai drammi del presente.