Una situazione di grave emergenza sociale e sanitaria è al centro della denuncia formale inviata dal consigliere regionale Severino Nappi al Direttore Generale dell’ASL Napoli 2 Nord, Mario Iervolino, in merito alle condizioni critiche di un senzatetto nel Comune di Ischia.

Si tratta di S. N., 58 anni, un uomo senza fissa dimora in gravi condizioni di salute e con evidenti disturbi mentali, che da mesi vive per strada tra infezioni avanzate agli arti inferiori, sintomi compatibili con una cancrena, e comportamenti pericolosi per sé e per gli altri.

Le accuse: “Segnalazioni ignorate da mesi”
Nel documento, Nappi sottolinea che da tempo associazioni, cittadini, e perfino la Parrocchia di San Ciro hanno sollecitato un intervento dell’ASL per la presa in carico del soggetto, senza ottenere risposta concreta. Il consigliere definisce la vicenda “una minaccia reale per la pubblica e privata incolumità”, aggravata dall’evidente stato di abbandono istituzionale.

«Le condizioni igienico-sanitarie dell’uomo – scrive Nappi – sono tali da rappresentare un potenziale rischio infettivo per chi entra in contatto con lui, secondo quanto riscontrato da medici privati intervenuti in via informale».

Un accampamento tra cittadini e turisti
Nemole ha stabilito una sorta di accampamento su suolo pubblico, muovendosi liberamente nei pressi di aree molto frequentate, in piena stagione turistica. Le testimonianze parlano anche di episodi di piromania sventata per caso, aggressioni a passanti e comportamenti molesti che, secondo quanto riferito, sarebbero legati a una condizione psichica compromessa.

La richiesta formale: “Intervenire subito o sarete responsabili”
Nappi non si limita a informare l’ASL: la segnalazione è stata inviata anche al Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL NA 2 Nord, al Distretto Sanitario 36, e alla Procura della Repubblica di Napoli. L’accusa è precisa: i responsabili locali, pur perfettamente a conoscenza del caso, avrebbero minimizzato la gravità della situazione, parlando di “vocazione bohemienne” del soggetto e rifiutando una presa in carico clinica.

«Tale omissione – conclude il consigliere – espone l’Ente e i suoi responsabili a gravi responsabilità nel caso, purtroppo non improbabile, che si verifichino eventi lesivi per il soggetto o per terzi».