Giubbotto di pelle, microfono in mano, parole forti e una dedica a chi è in carcere: Anthony Ilardo, cantante neomelodico, si è esibito nella sua canzone “Io so’ forte” in un contesto che, almeno in apparenza, sembra una festa privata. Ma a destare l’attenzione non è tanto la performance, quanto il contorno che suggerisce legami con ambienti criminali, in particolare quelli di Ponticelli e San Giovanni a Teduccio. A darne notizia è Fanpage.
Le immagini, pubblicate sui social nella serata di ieri, rimandano a tre clan noti: De Micco, De Martino e D’Amico, protagonisti da anni della mappa criminale dell’area est di Napoli.
I legami sospetti: tra canzoni, dediche e social
Il testo di Ilardo non lascia spazio a molte interpretazioni, specialmente in alcuni passaggi che sembrano rivolti direttamente a chi è detenuto:
“Venderei l’anima per stare al posto vostro, e voi qua fuori”,
“Io sono forte e per questo ho deciso di fare la guerra per sempre”.
Le Instagram Stories, in cui compaiono i video della serata, sono state pubblicate su un profilo appartenente a un giovane attualmente detenuto, ritenuto vicino al clan De Martino, alleato dei De Micco. Non è escluso che l’account sia gestito da familiari. I video sembrano provenire da contesti e momenti diversi, ma il messaggio sembra essere uno: una celebrazione collettiva e, forse, un atto di sfida o appartenenza.
Un omicidio e un assolo neomelodico: il filo rosso del Conocal
Proprio ieri sera, Antonio De Cristofaro, 25 anni, è stato ucciso in un agguato nel rione Conocal, ex roccaforte dei D’Amico “fraulella” e oggi zona dove si sono insediati esponenti del clan Aprea di Barra. Secondo le prime ricostruzioni, De Cristofaro aveva frequentazioni legate proprio al clan Aprea, da tempo in contrasto con altri gruppi criminali dell’area orientale.
Il clima è teso. Solo pochi giorni prima, cinque presunti affiliati ai De Micco, tra cui Marco De Micco detto “Bodo”, erano assolti dall’accusa di omicidio: una sentenza accolta con fuochi d’artificio e post celebrativi sui social.
Joseph e le dediche in codice: chi sono i nomi citati
In un altro video, il neomelodico Joseph apre la sua esibizione con una dedica:
“A ’o Piccione, a Mninoto e a Gabriele di Carluccio… applauso per Giovanni!”
Secondo fonti investigative, “Piccione” è Giovanni Palumbo, assolto proprio nel processo per l’omicidio di Carmine D’Onofrio. Il nome Mninoto potrebbe riferirsi a Mario Noto, considerato affiliato ai De Martino. Anche Gabriele, terzo destinatario della dedica, è ritenuto vicino al medesimo gruppo.
Durante la performance, Joseph guarda il cellulare come se stesse cantando in videochiamata, dettaglio che solleva ulteriori interrogativi.
Clan, musica e social: un linguaggio condiviso che si fa segnale
Le dediche pubbliche, i testi con riferimenti carcerari, i video diffusi tramite social da profili legati a detenuti: tutti segnali che, sebbene non costituiscano di per sé reati, sono monitorati dalle autorità come manifestazioni simboliche del potere e della coesione interna ai clan.