Chiara Tramontano, sorella di Giulia, uccisa nel 2023 da Alessandro Impagnatiello, ha scelto di raccontare pubblicamente il suo dolore in un libro toccante e intenso. Un’opera che nasce non solo dalla sofferenza profonda per la perdita, ma anche dalla volontà di dare voce a chi resta dopo un femminicidio.
Una frattura familiare e il peso dei sensi di colpa
Nel libro, Chiara mette nero su bianco ciò che l’ha tormentata negli ultimi due anni. Un dolore che parte da dentro e si alimenta di domande atroci, come quella che ritorna ossessivamente: «Potevo fare di più per salvare mia sorella da quel mostro?»
Tra le pagine emerge anche la frattura tra le due sorelle, legata proprio alla relazione tossica tra Giulia e Impagnatiello. Come Chiara ha raccontato al Corriere della Sera, l’ultima volta che si sono parlate è stata prima della partenza di Giulia per Ibiza con l’uomo che poi l’avrebbe uccisa.
«Venivamo da un periodo di conflittualità. Giulia sapeva che quella relazione era sbagliata. Ma ha accettato quel viaggio per ricucire, senza confrontarsi con me. Mi sono arrabbiata. Lei mi ha risposto: “La vita è mia”», ha ricordato Chiara.
La vita dopo il delitto: “Pensare è un tormento”
Chiara descrive i suoi giorni come un susseguirsi di colpa, silenzi e assenza. Ogni momento libero diventa un peso, ogni frammento di leggerezza un tradimento alla memoria della sorella.
«Non c’è niente della mia vita che non mi riporti continuamente lì, a mia sorella uccisa. Se mi fermo, penso. E pensare è un tormento. Perciò, da due anni, non mi siedo su un divano, non vedo un film, e anche durante l’allenamento i trenta secondi di pausa sono insopportabili. Se mi diverto, penso che è ingiusto verso Giulia».
Parole che restituiscono l’immagine cruda e reale del dolore sopravvissuto, quello che accompagna i familiari delle vittime di femminicidio.
Un giudizio netto: “Impagnatiello non è un essere umano”
Il ricordo più sconvolgente riguarda l’ultima cena di famiglia. A marzo 2023, Chiara, Giulia e i genitori si sono ritrovati per una pizza. In quell’occasione, Alessandro Impagnatiello era presente.
«Ora so che, quella sera, lui aveva già iniziato ad avvelenare mia sorella. Ha mangiato accanto a mio padre mentre cercava di uccidere la figlia e il bambino che aspettava. Per me è un essere immorale. Non chiamatelo essere umano», ha dichiarato Chiara.
Processo d’appello a giugno
Il processo di appello per Alessandro Impagnatiello è stato fissato per giugno 2025. In primo grado, l’uomo è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio aggravato di Giulia, incinta al momento della morte.
Il libro di Chiara Tramontano si inserisce in un contesto più ampio di testimonianza civile e impegno contro la violenza sulle donne. È una voce forte e lacerata, che chiede giustizia, memoria e consapevolezza.