Svolta nelle indagini sull’incidente della Funivia del Faito, costato la vita a quattro persone lo scorso 17 aprile 2025, giorno di Giovedì Santo. È stata ritrovata la testa fusa del cavo trainante della cabina precipitata. Secondo quanto appreso da Fanpage.it, il componente meccanico sarebbe stato rinvenuto spezzato, aprendo a una nuova ipotesi investigativa sulla causa del crollo.

Cos’è la testa fusa e perché è rilevante
La testa fusa è il cuneo di piombo situato nella parte terminale della fune traente, posizionato sopra la cabina. Il suo compito è quello di ancorare in modo sicuro la fune al veicolo. Il suo cedimento strutturale potrebbe spiegare il distacco della cabina e quindi il drammatico incidente.

Il reperto è stato recuperato nella zona del pozzetto della stazione a monte, sul Monte Faito, nel corso delle operazioni coordinate dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, con l’ausilio di vigili del fuoco, forze dell’ordine e droni.

Nuove ipotesi investigative
L’ipotesi che prende corpo è che a spezzarsi sia stata la testa fusa e non il cavo d’acciaio principale. Si tratta di un’ipotesi ancora da verificare con perizie tecniche approfondite, ma che potrebbe modificare in modo sostanziale l’orientamento delle indagini. Massima è la riservatezza da parte degli inquirenti, in attesa degli accertamenti tecnici disposti dagli esperti nominati dalla Procura.

L’inchiesta della Procura e gli indagati
Sulla tragedia è stata aperta un’inchiesta con le accuse di omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Le persone attualmente indagate sono quattro, tra cui dirigenti e dipendenti dell’EAV, l’Ente Autonomo Volturno, gestore dell’impianto.

La Procura di Torre Annunziata, guidata dal Procuratore Capo Nunzio Fragliasso, sta infatti coordinando le attività per ricostruire con precisione la catena degli eventi tecnici e organizzativi che hanno portato al crollo.

Le vittime e il sopravvissuto
Nel disastro hanno perso la vita:

Carmine Parlato, 59 anni, macchinista dell’EAV;

Elaine Margaret e Derek Winn, 58 e 65 anni, coniugi inglesi in vacanza in Italia;

Janan Suleiman, 25 anni, infermiera di origine araba e cittadinanza israeliana.

Gravemente ferito Thabet Suleiman, 23 anni, fratello di Janan e unico sopravvissuto. Attualmente è ricoverato all’Ospedale del Mare di Ponticelli. Le sue condizioni, seppur ancora serie, sarebbero in graduale miglioramento.