Novità rilevanti in arrivo per la Carta del Docente a partire dall’anno scolastico 2025/26. Dopo anni di polemiche e sentenze, il bonus formazione destinato agli insegnanti di ruolo subirà importanti modifiche. Se da un lato si profila una riduzione dell’importo rispetto agli attuali 500 euro, dall’altro arriva finalmente l’estensione del beneficio anche ai docenti precari.
Niente più 500 euro fissi: bonus calcolato in base alle risorse
La modifica è contenuta in un emendamento approvato il 7 aprile e introduce un sistema di calcolo proporzionale per determinare l’importo della Carta del Docente. Questo significa che l’ammontare del bonus non sarà più fisso, ma varierà in base al numero degli aventi diritto e alle risorse stanziate annualmente.
In concreto, più saranno i beneficiari – in particolare con l’estensione ai precari – più il valore del singolo bonus potrebbe diminuire.
Una buona notizia: accesso esteso anche ai docenti precari
La vera svolta positiva riguarda l’inclusione del personale docente non di ruolo, finora escluso dal beneficio. A partire dal prossimo anno, anche i docenti con contratto a tempo determinato potranno accedere alla Carta del Docente, una misura richiesta da tempo dalle organizzazioni sindacali e più volte sostenuta dalla giurisprudenza.
Resta da capire con quali criteri saranno individuati i precari beneficiari (ad esempio, solo quelli con incarico annuale fino al 31 agosto?).
A cosa serve la Carta del Docente?
Ricordiamo che la Carta del Docente è uno strumento digitale con cui i docenti possono acquistare materiali e servizi utili alla formazione professionale, come:
Libri e pubblicazioni
Corsi di aggiornamento
Hardware e software
Abbonamenti a riviste specializzate
Ingressi a musei, eventi culturali, cinema e teatro
Il futuro del bonus formazione è incerto
Le nuove regole introdotte per il 2025/26 sembrano essere un compromesso tra sostenibilità economica e maggiore equità. Tuttavia, l’ammontare effettivo del bonus sarà noto solo a fine estate 2025, quando saranno stabiliti il numero degli aventi diritto e le risorse disponibili.
Per il momento, l’unica certezza è l’addio ai 500 euro garantiti. Il bonus formazione resta, ma assume una forma più flessibile e, potenzialmente, più inclusiva.