E’ da febbraio scorso, mese in cui un corpo senza vita, senza organi e senza capelli arriva tra i mille corpi deteriorati che giungono quotidianamente alla Croce Rossa Internazionale, con su scritto NM SPAS 757 arr . E’ da quel giorno in cui per decifrare quelle lettere e quei numeri che partono indagini forensi approfondite.
E dal 14 febbraio che nessuno ha più saputo il sesso, l’età, l’identità di quel codice, fino a stamattina, fino a quando è giunta la terribile notizia: il corpo irriconoscibile è di Viktoriia Roshchyna, la giornalista ucraina presa dai russi il tre agosto scorso.
Vik, 27 anni, già reporter di guerra è morta in custodia russa, è stata restituita senza organi, in decomposizione e senza nome.
La giornalista ucraina voleva raccontare la storia delle sofferenze dei suoi connazionali sotto l’occupazione russa. Pochi giorni prima della sua partenza, scrisse a Sevgil Musaieva, caporedattrice di . “Solo andando lì si può comprendere il quadro completo”, ha affermato. “Ti riferisci ai territori occupati?” chiese la sua caporedattrice. «», rispose Viktoriia con sicurezza.
E’ l’incipit del reportage del consorzio internazionale di giornalisti investigativi . che documenta il destino della giornalista Roshchyna, finita nella “zona grigia” dei centri di detenzione russi dopo essere stata catturata nell’estate del 2023.
Già a settembre la famiglia aveva saputo della sua morte da una comunicazione delle autorità russe. Il corpo è stato restituito a febbraio, in un furgone pieno di cadaveri e l’autopsia ha evidenziato chiari segni di tortura e organi asportati per impedire di risalire alle cause della morte.
Altri 30 giornalisti russi sono detenuti nelle prigioni russe. Dall’inizio della guerra nel 2022 sono 16 i giornalisti ucraini uccisi, di cui 6 donne“, denuncia G-I-U-L-I-A, l’associazione italiana Giornaliste Unite Libere Autonome.