A Sant’Anastasia, in provincia di Napoli, scoppia la polemica in occasione del tradizionale pellegrinaggio dei fujenti alla Madonna dell’Arco, celebrato ogni anno il Lunedì in Albis. A far discutere, in questa edizione 2025, è stata la scelta di non annullare l’evento nonostante la morte di Papa Francesco, notizia che ha scosso profondamente il mondo cattolico. I fujenti, devoti storici della Vergine dell’Arco, hanno rispettato solo un minuto di silenzio alle ore 12:00, come voluto dai padri domenicani del Santuario, prima di riprendere processioni e festeggiamenti. Tuttavia, è stato proprio il clima festoso che ha seguito il momento di raccoglimento a generare forti critiche da parte di altri fedeli e cittadini.

Sui social, in particolare sulle pagine ufficiali legate al Santuario, in molti hanno espresso disappunto: “Dovevano fermare tutto. Non hanno mostrato rispetto per il Papa, che è il capo della Chiesa”, ha scritto un utente. I fujenti, dal canto loro, hanno risposto difendendo la loro fede: “Se non siete devoti, non potete capire. Questa è una promessa che va oltre ogni circostanza”.

La tradizione, che si rinnova da secoli, prevede che i fedeli si rechino in pellegrinaggio, spesso a piedi e in gruppo (le paranze), per ringraziare la Madonna dell’Arco o chiedere una grazia. La processione parte all’alba, alle tre del mattino, con l’apertura delle porte del Santuario, e prosegue per l’intera giornata.

Molti dei fujenti attraversano ancora oggi la navata centrale del Santuario in ginocchio o strisciando, in segno di devozione profonda. Tuttavia, a suscitare indignazione è stato anche ciò che è accaduto fuori dalle mura sacre: bancarelle, canti, ballate dei carri con l’immagine della Madonna e persino fuochi d’artificio, esplosi anche davanti al Monumento ai Caduti.

In alcuni comuni limitrofi, dove si è celebrata la festa in onore della Madonna dell’Arco, il tono è stato simile, tra musica, luminarie e spettacoli pirotecnici. Questo ha ulteriormente alimentato il dibattito tra chi ha visto un comportamento irrispettoso verso il lutto della Chiesa e chi, invece, ha difeso la componente popolare e rituale dell’evento.