Si chiama binge drinking, letteralmente significa “abbuffata alcolica” e quando il pericoloso gioco notturno diventa virale spesso è seguito da un hastag. Il #bingedrinking ultimamente sta spopolando anche tra i minori, la sfida consiste nel riuscire a bere cinque super alcolici nel più breve tempo possibile. Il “vincitore” potrebbe chiedere anche di continuare a sfidare. E’ un gioco estremamente pericoloso sia per la salute fisica dei partecipanti, spesso giovanissimi, sia per i danni che l’alterazione dell’abbuffata alcolica può provare sul piano sociale. Un giovanissimo reduce da una gara alcolista può danneggiare se stesso ma soprattutto anche le persone con cui andrà a rapportarsi.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel mondo più di due milioni di decessi sono annualmente attribuibili al consumo di alcol, di cui 2 milioni tra gli uomini e 0,6 milioni tra le donne. Le persone di età più giovane (20-39 anni) sono colpite in modo sproporzionato dal consumo di alcol: la percentuale più alta (13%) di decessi attribuibili all’alcol è verificata da anni, costantemente in questa fascia d’età. I più recenti dati disponibili sul consumo globale di alcol mostrano che circa 400 milioni di persone di età pari o superiore a 15 anni soffrono di disturbi legati all’abuso di alcol e circa 209 milioni soffrono di dipendenza da alcol.

In occasione dell’Alcohol Prevention Day, giornata mondiale della prevenzione alcolica, – il 18 Aprile- giunta quest’anno alla ventiquattresima edizione, possiamo consultare dati allarmanti che riguardano l’Italia. Il fenomeno delle “abbuffate alcoliche” ha portato a numerosi accessi al Pronto Soccorso con incremento di Dimissioni Ospedaliere per una patologia alcol-attribuibile, nelle maggiori città italiane. Il dato più inquietante resta il numero sempre elevato di minori con l’aumento di consumo da parte di donne (in questo caso ragazzine).

A Napoli, città che fa da sfondo a molti video virali che riprendono la pericolosa moda delle sfide alcoliche, si sta lavorando molto sulla prevenzione della sicurezza in genere. Quando raggiungiamo telefonicamente il Maggiore dei Carabinieri, Giordano Tognoni, da più di tre anni Comandante del Comando Napoli Centro, è reduce da un sabato sera di lavoro nella movida di zona Chiaia, Mergellina, Centro Storico, aree tanto belle quanto complesse.

“Il fenomeno è attenzionato” dichiara Tognoni “l’Arma dei Carabinieri grazie ad un protocollo con il Ministero dell’Istruzione tiene periodicamente incontri formativi  nelle scuole di ogni ordine e grado”. Tognoni ci racconta di aver incontrato lo scorso anno “più di mille alunni interessati e curiosi”. Per il Maggiore Tognoni non ci sono dubbi “bisogna continuare a lavorare sulla prevenzione, sul dialogo e soprattutto sull’ascolto, noto nei ragazzi una inconsapevolezza dettata dalla non conoscenza dei danni che un fenomeno come quello delle abbuffate alcoliche oppure del possesso di armi bianchi, può provocare”. 

Per quanto concerne l’azione di repressione dal Maggiore Tognoni otteniamo i dati degli ultimi tre anni “sono stati denunciati cinque titolari di esercizi che somministravano bevande alcoliche ai minori di sedici anni e sei titolari per analoghi motivi, anche se i ragazzi superavano i diciassette anni”.

“Vorrei passasse il messaggio che noi lavoriamo per la sicurezza di tutti, che ogni giovane ha pieno diritto di divertirsi purchè sia nel rispetto delle regole e della libertà altrui. Il nostro monitorare le ore di divertimento dei giovanissimi nasce dal nostro dovere di offrire loro sicurezza. I carabinieri non sono nemici del sabato sera ma alleati sempre presenti sul territorio, punti di riferimento per tutti” spiega Tognoni, un giovane Maggiore disponibile al dialogo ed alla “formazione preventiva”.