In un contesto segnato dall’aumento del costo della vita, una nuova opportunità economica si apre per migliaia di lavoratori domestici in Italia. Il cosiddetto “Bonus 1 Maggio”, approvato dal governo Meloni, consente infatti di recuperare fino a 1.200 euro direttamente sul proprio conto corrente. Tuttavia, è fondamentale sapere che la domanda va presentata entro tre giorni.
A chi è rivolto il Bonus 1 Maggio 2025
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il Bonus 1 Maggio non è una nuova agevolazione statale nel senso tradizionale, ma consiste nella possibilità di ottenere un rimborso fiscale attraverso la dichiarazione dei redditi. In particolare, riguarda i lavoratori domestici – come colf, badanti e babysitter – che, per legge, devono autonomamente presentare il modello 730 o il modello Redditi Persone Fisiche (PF).
Infatti, trattandosi di una categoria in cui il datore di lavoro non svolge il ruolo di sostituto d’imposta, è il lavoratore stesso a dover gestire la dichiarazione. Tuttavia, proprio in virtù di questa condizione, può maturare un credito IRPEF, che viene rimborsato direttamente sul conto bancario.
Perché il rimborso può arrivare a 1.200 euro
Nel caso in cui il reddito annuo non superi i 15.000 euro, il lavoratore domestico rientra pienamente nelle fasce di reddito che danno diritto al trattamento integrativo da 1.200 euro, introdotto dal decreto-legge 3/2020 (ex bonus Renzi). Inoltre, ha diritto a detrazioni per lavoro dipendente fino a 1.955 euro.
Sommando questi elementi, si genera un credito d’imposta che, nel caso non sia assorbito da imposte da versare, è restituito sotto forma di rimborso.
In sintesi, chi ha percepito meno di 15.000 euro nel 2024, e presenta correttamente la dichiarazione nel 2025, ha buone possibilità di ricevere fino a 1.200 euro di rimborso.
Quando e come presentare domanda
Sebbene si tratti di una procedura fiscale ordinaria, il termine dei tre giorni fa riferimento a un’opportunità legata a scadenze specifiche dell’Agenzia delle Entrate o a eventuali finestre di precompilazione del modello 730.
Pertanto, è fondamentale agire tempestivamente, verificando:
La disponibilità del proprio modello 730 precompilato sul portale dell’Agenzia delle Entrate;
La correttezza dei dati relativi al reddito percepito e alle eventuali detrazioni;
La tempestiva trasmissione della dichiarazione tramite un CAF, un consulente fiscale o in autonomia attraverso SPID o CIE.
Un’opportunità concreta da non perdere
Molti lavoratori domestici non sono a conoscenza di questa possibilità, oppure trascurano la dichiarazione dei redditi pensando di non averne l’obbligo. In realtà, non presentare il modello 730 significa rinunciare a un potenziale rimborso, che in molti casi può raggiungere o superare i 1.000 euro.
Pertanto, è essenziale non perdere questa occasione, soprattutto in un momento storico in cui ogni forma di sostegno economico può contribuire in modo significativo a migliorare la qualità della vita.