“18 anni e 8 mesi me li faccio seduto sul cesso”: questa la frase apparsa sul profilo social del 17enne condannato per l’omicidio di Santo Romano, il 19enne ucciso nella notte tra l’1 e il 2 novembre 2024. La scritta è comparsa sotto una foto che ritrae il minore seduto su un motorino e ha immediatamente scatenato reazioni di sdegno, in particolare da parte dei familiari della vittima.

Il giovane è stato condannato a 18 anni e 8 mesi di reclusione dal tribunale per i Minorenni di Napoli, al termine di un processo celebrato con rito abbreviato. Il pubblico ministero aveva chiesto una pena di 17 anni. L’aggravante della frase pubblicata online ha riaperto ferite e polemiche.

Il commento del deputato Borrelli: “Una totale mancanza di rispetto e di pentimento”
A segnalare la presenza del post social è stata la famiglia della vittima al deputato Francesco Emilio Borrelli (AVS), da sempre impegnato nella denuncia della criminalità giovanile e nella tutela delle vittime.

“Chiunque gestisca quella pagina ci fa capire con che spirito si affronta la condanna. C’è una totale assenza di pentimento e di rispetto nei confronti della famiglia di Santo Romano,” ha dichiarato Borrelli.
“Queste premesse sono pessime e indicano che siamo sulla strada sbagliata se vogliamo davvero contrastare fenomeni criminali e ottenere giustizia.”

Il deputato ha parlato apertamente di “ulteriori ferite alla memoria della vittima”, sottolineando come simili comportamenti pubblici siano un affronto sia alle istituzioni che al dolore dei familiari.

Un caso che riaccende il dibattito sulla giustizia minorile e sull’uso dei social
La vicenda riaccende il dibattito sulla giustizia minorile in Italia, sull’uso dei social da parte di giovani condannati per reati gravi, e sulla mancanza di educazione al rispetto e alla responsabilità delle proprie azioni. La pubblicazione della frase, in un contesto tanto delicato, è percepita da molti come una vera e propria provocazione pubblica, che ferisce ulteriormente una famiglia già segnata da un lutto irreparabile.