La Campania piange un’altra vittima, l’ennesima di una lunga lista di operai che escono di casa per lavorare e non fanno più ritorno.
Tommaso Altobelli: una vita spezzata a 60 anni
Questa volta la vittima si chiamava Tommaso Altobelli, operaio di Volla, residente a Cercola, un uomo di 60 anni che avrebbe compiuto 61 a settembre. Tommaso è morto a Casalnuovo, in via Puccini, mentre stava effettuando riparazioni idrauliche su una tettoia di un condominio.
Una caduta da sei metri che non gli ha lasciato scampo: morto sul colpo, sotto gli occhi attoniti dei soccorritori, che non hanno potuto far altro che constatare il decesso. I Carabinieri della tenenza locale hanno subito avviato le indagini per ricostruire l’accaduto e accertare eventuali responsabilità.
Tommaso non era solo un operaio, ma un uomo amato da tutti, un marito, un padre e un artista. Faceva parte, per passione, della compagnia teatrale CetcolArte, perché donare un sorriso agli altri era il suo modo di vivere. Oggi, però, per lui ci sono solo lacrime e rabbia.
Quattro morti in pochi giorni: una mattanza che continua
La sua morte non è un caso isolato. In pochi giorni, la Campania ha visto quattro operai morire sul lavoro. Il 25 marzo, in un solo giorno, tre lavoratori hanno perso la vita:
Nicola Sicignano, 50 anni, stritolato da un nastro trasportatore in un’azienda di smaltimento rifiuti.
Umberto Rosito, 38 anni, travolto da un camion mentre lavorava alla manutenzione autostradale.
Daniel Tafa, 22 anni, ucciso da una scheggia incandescente.
Morti che non sono solo numeri, ma storie di famiglie distrutte, di sogni spezzati, di vite sacrificate in nome del profitto e della negligenza.
La sicurezza sul lavoro: parole vuote e vite perdute
Ogni volta si parla di sicurezza, di prevenzione, di leggi da applicare. Eppure, gli operai continuano a morire. Si muore per mancanza di protezioni, per mancanza di controlli, per l’indifferenza delle istituzioni e dei datori di lavoro.