C’è di tempo fino al 31 Marzo, basta prenotarsi scrivendo alla mail ufficiale del ministero dell’Istruzione: biblioteca @istruzione.it per vivere una giornata formativa davvero unica: entrare nel mondo del Braille, metodo utilizzato dai non vedenti per leggere e scrivere, il cui nome ricorda il cognome del giovanissimo inventore non vedente, uno studente francese che grazie al suo maestro riuscì a trasformare la sua intuizione nel primo alfabeto per ciechi. 

Sono passati duecento anni dall’invenzione del Braille ed il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha organizzato un’esposizione straordinaria in collaborazione con l’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti (UICI), che si aggiunge  alla mostra permanente di volumi già presente presso la Biblioteca del Ministero.

Sarà possibile prendere visione dei materiali didattici appositamente selezionati dagli archivi storici dell’UICI (fotografie, testi in Braille, libri tattili, strumenti per l’apprendimento della lettura, della scrittura, della musica e di altre discipline) per sensibilizzare adulti e ragazzi sul tema dell’inclusione.

Il sistema che Braille inventò e perfezionò fu pubblicato nel 1829 in un saggio dal titolo lungo ma molto musicale: Procédé pour écrir les Paroles, la Musique et le Plain-chant au moyen des points, à l’usage des aveugles et disposé pour eux.  “Procedimento per scrivere le parole, la musica e il canto corale per mezzo di punti in rilievo ad uso dei ciechi ed ideato per loro”

Braille scriveva, su un foglio diviso a righe, con un punteruolo che sollevava piccoli coni di carta rigida nel punto perforato. Con lo stesso strumento che durante un incidente domestico gli perforò gli occhi, stava restituendo la vista a se stesso, ai suoi colleghi ed a tutti i non vedenti del mondo. Il metodo Braille è utilizzato in tutte le lingue del mondo, in matematica ed in musica.

La mostra al Ministero  è aperta a tutti affinchè si conosca la storia del codice Braille divenuto negli anni un prezioso strumento per l’accesso alla conoscenza. Ed è il sapere l’unica luce nel buio. La cultura è luce anche per i non vedenti.