Si è concluso con tre condanne e un’assoluzione il secondo processo d’appello per quattro persone accusate di appartenere al clan Batti, un’organizzazione criminale che, dopo un periodo a Milano, avrebbe tentato di riaffermare la propria presenza tra San Giuseppe Vesuviano e Terzigno. A riportarlo è Il Mattino online.
Il nuovo giudizio di secondo grado è stato celebrato dinanzi alla seconda sezione della Corte d’Appello di Napoli, a seguito dell’annullamento delle precedenti sentenze da parte della Cassazione.
Le sentenze del processo d’appello
I giudici hanno rideterminato le condanne per tre imputati:
Salvatore Limatola, difeso dall’avvocato Alessio Ruoppo, ha ricevuto una condanna a 4 anni e 10 mesi di reclusione.
Annamaria Adascaitei e Carmela De Nicola, assistite dagli avvocati Raffaele Chiummariello e Fabrizio Gambale, hanno visto la loro pena ridotta a 5 mesi di reclusione.
Assoluzione totale, invece, per Gaetano Buono, difeso dall’avvocato Antonio Usiello. L’uomo era accusato di aver gestito un carico di 40 chilogrammi di cocaina proveniente da Rotterdam per conto del clan, ma i giudici non lo hanno ritenuto responsabile. In primo grado era condannato a 6 anni di reclusione e aveva già scontato 4 anni agli arresti domiciliari.
Un nuovo capitolo giudiziario
La decisione della Corte d’Appello rappresenta un passaggio cruciale per l’inchiesta sul clan Batti, che secondo le accuse avrebbe cercato di riorganizzarsi nel Vesuviano dopo la permanenza a Milano. Con queste nuove sentenze, si chiude un altro capitolo giudiziario legato all’organizzazione criminale.