In Italia, molti pensionati non ricevono automaticamente tutte le somme a cui avrebbero diritto, semplicemente perché non ne fanno richiesta. Questo fenomeno è noto come “diritti inespressi” e riguarda prestazioni previdenziali che, pur essendo previste dalla normativa, non vengono erogate dall’INPS in modo automatico. Per ottenerle, infatti, è necessario presentare un’apposita domanda e fornire la documentazione che attesti il diritto a riceverle.
Cosa sono i diritti inespressi?
I diritti inespressi comprendono una serie di prestazioni che si materializzano solo dopo il pensionamento e che, in assenza di una richiesta formale, non vengono corrisposte dall’INPS. In altre parole, si tratta di somme spettanti ai pensionati, ma che non vengono versate se non viene segnalata l’esigenza di riceverle.
Questo accade perché alcune prestazioni previdenziali dipendono dalla situazione reddituale o familiare del pensionato e, quindi, l’ente previdenziale non è sempre in grado di calcolarle senza informazioni aggiuntive. Di conseguenza, spetta al pensionato o a chi lo assiste verificare se esistono somme non percepite e presentare la relativa richiesta.
A chi spettano i diritti inespressi?
Le categorie di pensionati che possono beneficiare di questi diritti sono principalmente quelle a basso reddito o in condizioni di fragilità economica. Tra i soggetti aventi diritto rientrano:
Pensionati con almeno 65 anni che percepiscono la pensione minima
Coloro che hanno diritto agli assegni familiari per redditi bassi
Persone con disabilità al 100%
Superstiti titolari di pensione di reversibilità che, nel tempo, diventano inabili
Inoltre, rientrano tra i possibili beneficiari anche coloro che, nel corso della loro vita lavorativa, hanno svolto attività saltuarie, come giornate lavorative in agricoltura o collaborazioni occasionali. In questi casi, potrebbe spettare un supplemento di pensione o, in alternativa, una pensione supplementare.
Quali sono le prestazioni recuperabili?
I diritti inespressi riguardano principalmente somme legate al reddito o a particolari condizioni personali. Tra le prestazioni che possono essere richieste rientrano:
Integrazione al trattamento minimo
Maggiorazioni sociali e incrementi dell’importo pensionistico
Tredicesima e quattordicesima con importi maggiorati
Assegno per il nucleo familiare per pensionati con familiari a carico
Assegno sociale per chi si trova in condizioni economiche disagiate
Poiché queste prestazioni dipendono dalla situazione reddituale, è fondamentale verificare ogni anno se si ha diritto a un adeguamento dell’importo pensionistico o a somme aggiuntive.
Come ottenere le somme spettanti?
Per accedere alle prestazioni non ancora erogate, è necessario seguire alcuni passaggi fondamentali:
Effettuare un controllo della propria pensione attraverso la verifica del modello ObisM, della Certificazione Unica (CU) o del cedolino pensionistico.
Rivolgersi a un patronato per una consulenza gratuita e una verifica approfondita della propria posizione previdenziale. I patronati, infatti, sono specializzati nell’individuare eventuali somme non percepite e nell’assistere i pensionati nella presentazione delle richieste.
Presentare la domanda all’INPS allegando la documentazione necessaria per dimostrare il diritto alla prestazione richiesta.
In molti casi, i pensionati non sono consapevoli delle somme che potrebbero recuperare, motivo per cui il supporto dei patronati risulta essenziale per ottenere ciò che spetta loro di diritto.
Attenzione ai tempi di prescrizione
Un aspetto da tenere in considerazione riguarda la prescrizione quinquennale dei diritti inespressi. Ciò significa che è possibile recuperare le somme spettanti solo per gli ultimi cinque anni. Pertanto, è fondamentale agire tempestivamente per evitare di perdere eventuali importi non percepiti.