L’INPS ha annunciato importanti novità per alcune categorie di pensionati, con un incremento del trattamento minimo previsto per il 2025. Grazie alla Legge di Bilancio 2025, i pensionati con assegni più bassi riceveranno un aumento che mira a migliorare il loro potere d’acquisto e garantire una maggiore tutela economica.
Cos’è il trattamento minimo e a chi spetta
Il trattamento minimo è l’importo base che l’INPS garantisce ai pensionati con redditi più bassi, per assicurare loro un tenore di vita dignitoso. Ogni anno questo valore viene infatti adeguato in base all’inflazione e alle politiche economiche del governo.
Per poter beneficiare del trattamento minimo è necessario:
Avere un certo numero di anni di contributi versati;
Rispettare determinati requisiti reddituali;
Percepire una pensione pari o inferiore alla soglia stabilita.
L’INPS adegua periodicamente l’importo delle pensioni per preservarne il potere d’acquisto, considerando il tasso d’inflazione e le decisioni prese a livello governativo.
Aumento delle pensioni minime nel 2025: importi e dettagli
La Legge di Bilancio 2025, in base alla circolare INPS del 5 marzo, ha previsto un incremento del trattamento minimo per i prossimi anni. Nello specifico:
Aumento del 2,2% nel 2025, che si traduce in circa 13,27 euro in più al mese;
L’importo mensile salirà a 603,40 euro;
Ulteriore aumento dell’1,3% nel 2026, con un ulteriore ritocco verso l’alto.
Questa misura verrà applicata automaticamente dall’INPS, senza necessità di presentare domanda. L’aumento riguarderà tutti i pensionati che percepiscono un assegno pari o inferiore al trattamento minimo, mentre per chi riceve importi leggermente superiori è prevista una maggiorazione parziale, fino al raggiungimento del nuovo limite.
Obiettivi della riforma e impatti sui pensionati
L’aumento delle pensioni minime risponde infatti alla necessità di:
Sostenere economicamente i pensionati con redditi più bassi, garantendo loro un livello di vita adeguato;
Compensare l’inflazione e l’aumento del costo della vita;
Offrire maggiore flessibilità nell’accesso alla pensione, in linea con le riforme previdenziali in corso.
Questa novità rappresenta un piccolo ma significativo aiuto per chi percepisce una pensione minima e deve far fronte a spese sempre più elevate.