Il 27 febbraio 2025, a Marano di Napoli, è accaduto un episodio di violenza che ha scosso la comunità: una ragazza di seconda media è stata aggredita da alcune compagne di classe e una ragazza esterna, mentre un gruppo di coetanei filmava l’episodio senza intervenire. La vittima, che ha riportato contusioni al viso e all’addome, è rimasta aggredita senza alcuna provocazione, in quello che sembra essere un vero e proprio agguato.
Secondo quanto raccontato dalla madre della ragazza, l’incidente è avvenuto quando alcune compagne di classe della giovane hanno citofonato a casa sua, chiedendo di poter parlare con lei all’esterno. Tuttavia, dietro a questa richiesta apparentemente innocua si nascondeva una trappola. Oltre alle ragazze della classe, c’era anche un’elemento estraneo: una ragazza che non faceva parte della stessa scuola. Questa ha aggredito la compagna di classe, tirandole i capelli e colpendola con pugni e calci al volto e allo stomaco.
La vittima, che è riuscita a tornare a casa, ha mostrato segni evidenti di violenza: sangue sul viso, ecchimosi sulle arcate sopraccigliari e sul naso, e escoriazioni sulle labbra. Ma l’aspetto più inquietante di questa vicenda è stato l’atteggiamento degli altri ragazzi presenti. Invece di fermare l’aggressione, alcuni di loro hanno filmato la scena, probabilmente con l’intento di diffonderla sui social media. Il video è successivamente inviato anche alla madre della ragazza.
Il deputato Francesco Emilio Borrelli, coinvolto dalla mamma nella vicenda, ha commentato duramente l’accaduto, definendolo un atto di violenza premeditata e paragonandolo a “un raid punitivo” che richiama le dinamiche delle gang di strada. Ha sottolineato come questo tipo di comportamento non possa essere considerato normale, e ha condannato il fatto che giovani ragazze abbiano agito con tale crudeltà. Inoltre, ha evidenziato l’importanza di riconoscere l’influenza della cultura criminale che sembra permeare anche le giovani menti, indipendentemente dalla provenienza sociale o familiare.
Borrelli ha chiesto l’identificazione di tutti i coinvolti, da chi ha teso l’agguato a chi ha partecipato fisicamente all’aggressione, fino a chi ha filmato l’incidente. La denuncia è già formalizzata e si attende l’intervento delle forze dell’ordine per fare piena luce su questa brutale aggressione.