Il rapporto Abitazioni dell’Istat offre una panoramica dettagliata sullo stato del patrimonio immobiliare italiano, mettendo in evidenza una realtà complessa. Su un totale di 35.271.829 edifici abitabili, ben 9.581.772 risultano privi di un occupante residente. Questo dato, sebbene significativo, necessita di un’interpretazione più approfondita. Infatti, la definizione di “abitazione non occupata” include sia gli immobili effettivamente vuoti sia quelli abitati da persone non residenti, come nel caso degli affitti a breve e lungo termine.
Distribuzione Geografica delle Abitazioni Non Occupate
L’analisi territoriale mostra una concentrazione particolarmente elevata di abitazioni non occupate nel Sud Italia, con una percentuale pari al 26,8%. A seguire, si trovano:
Nord-Ovest: 26,3%
Nord-Est: 16,0%
Centro: 15,5%
Isole: 15,3%
A livello regionale, spiccano tre aree con percentuali particolarmente alte di edifici non occupati:
Valle d’Aosta: 56,0%
Molise: 44,6%
Calabria: 42,2%
Questi numeri suggeriscono una distribuzione non uniforme delle abitazioni non occupate, con una concentrazione maggiore nelle aree meno urbanizzate e nelle regioni caratterizzate da una significativa emigrazione verso il Nord Italia o l’estero.
L’Impatto del Fenomeno sulle Grandi Città
Analizzando il contesto urbano, la Campania si distingue per un patrimonio immobiliare rilevante. La regione possiede l’8,1% delle abitazioni totali italiane e l’8,4% di quelle occupate, ma presenta anche un’alta percentuale di edifici non occupati, pari al 24,7% del totale regionale.
All’interno della regione, la città di Napoli emerge come uno dei centri urbani con la più alta concentrazione di abitazioni. Tuttavia, anche il capoluogo campano registra una quota significativa di edifici non occupati, confermando una tendenza diffusa in molte grandi città italiane.
La Vetustà del Patrimonio Immobiliare e l’Efficienza Energetica
Uno degli aspetti più rilevanti emersi dal rapporto Istat riguarda l’età degli edifici. In Italia:
56,3% delle abitazioni è stato costruito tra il 1961 e il 2000;
9,5% degli edifici risale a oltre 100 anni fa.
Un ulteriore elemento critico è rappresentato dall’efficientamento energetico. Il 60% delle abitazioni italiane è stato costruito prima del 1976, anno in cui è entrata in vigore la prima legge sul risparmio energetico. Questo dato evidenzia la necessità di interventi di riqualificazione per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, riducendo i consumi e aumentando la sostenibilità del patrimonio immobiliare.