L’UdS (unione degli studenti) è un’organizzazione studentesca extrascolastica che ha come obiettivo quello di permettere agli studenti di alzare la voce collettivamente e battersi per i loro bisogni e diritti. Oggi vi riportiamo un dialogo interessante con l’UdS di Poggiomarino e di Sarno e l’esecutivo regionale di UdS Campania (Federico Miranda, Andrea Aiello, Azzurra Falanga, Davide Bianco, Giada Giugliano, Gianluca Mango), in cui abbiamo affrontato questioni molto importanti per gli studenti.
Di cosa si occupa UdS?
Gianluca, membro dell’esecutivo regionale di UdS Campania, è ormai uno studente universitario che però ha deciso di continuare a dedicarsi all’organizzazione dell’associazione. Ci spiega che UdS è un’organizzazione studentesca di ispirazione sindacale dato che cerca di dare una mano pratica agli studenti per quanto riguarda le vertenze, quindi li aiuta legalmente a rendersi giustizia quando viene a mancare il rispetto delle norme da parte della scuola (l’esempio più banale è quando non viene rispettata l’accensione dei riscaldamenti). Oltre a questo, UdS si interroga anche sul ruolo dello studente all’interno del panorama sociale e politico e di conseguenza si interessa al presente, alle sue contraddizioni e a cercare di migliorarlo concretamente.
Come si estende UdS e il suo obiettivo in Campania
UdS è una rete capillare che ha la struttura di una piramide rovesciata, in quanto parte dai territori comunali per poi estendersi a regioni e anche a livello nazionale; la base non dev’essere necessariamente territoriale, ma può essere qualsiasi realtà (associazione, sede, colletivo studentesco) che possa essere congeniale a coniugarsi ad UdS in un territorio specifico. In Campania UdS si impegna a raggiungere tutti gli angoli, ed è un pregio rispetto alle altre organizzazioni studentesche che invece si aggregano solo nelle grandi città; per questo Gianluca sostiene che “associazioni come queste sono una mano dal cielo per noi ragazzi di provincia. Molto spesso non c’è alcuna proposta per i giovani del territorio. Si parla quindi di istituzioni e comuni che non si interessano alla socialità, agli spazi e quindi si nasce e si cresce nel nulla dovendosi fabbricare, dovendosi trovare la propria felicità o comunque il proprio intrattenimento o anche una propria coscienza riguardo alle cose che stanno succedendo attorno a sé. Per questo noi puntiamo soprattutto a valorizzare questi posti, poiché avendo ‘meno riflettori addosso’ sono quelli in cui è più facile compiere soprusi e abusi, a cui è chiaramente più difficile rispondere perché non ricevono attenzione”.
Qual è la routine di associazione di UdS?
Su questo punto ci hanno illuminati Andrea e Federico, membri di UdS Poggiomarino. Ci spiegano che UdS cerca costantemente di fare assemblee a cadenza settimanale (solitamente la domenica) per affrontare i vari problemi a scuola e per parlare delle vertenze anche a livello regionale, dato che nelle varie stagioni ci sono diverse mobilitazioni per cui organizzarsi. Altre volte UdS sceglie di organizzare assemblee di ‘cura’, in cui l’associazione diventa un luogo di appartenenza per i ragazzi, che si sentono liberi di esprimere i propri sentimenti, paure e ansie tipiche della vita adolescenziale.
Quali e quante manifestazioni organizza UdS?
Rispondono Giada e Davide, membri di UdS Sarno. UdS organizza delle manifestazioni fisse in base alle stagioni. La più importante è l’autunno, definita da UdS come “autunno caldo” in quanto è la stagione più intensa a livello di attivazione e mobilitazione: le tappe autunnali sono il venerdì della seconda settimana di novembre (giornata nazionale della mobilitazione studentesca) e il 17 novembre per la giornata internazionale degli studenti. La primavera, invece, è una stagione ricca di tappe fisse a livello tematico: troviamo date importanti come l’8 marzo (dedicata al transfemminismo) oppure il 25 aprile (dedicata alla questione dell’antifascismo). Oltre alle date fisse UdS organizza manifestazioni che siano concordi con le necessità del presente e la direzione che l’organizzazione sta prendendo in quel momento.

Quali sono i temi più importanti per UdS al momento?
Giada,a nome di tutta UdS Sarno, ci dice che i focus principali sono il DDL 1660 (ddl sicurezza) e il transfemminismo a cui UdS Sarno è legata moltissimo da quando è nata. Andrea, che invece parla per Poggiomarino, aggiunge che ultimamente l’organizzazione parla spesso di antimafia (legata al caso di infiltrazione mafiosa nel comune) e della questione palestinese, per cui UdS si mobilita a livello nazionale anche assieme a Link, l’organizzazione universitaria a cui UdS è direttamente associata. Gianluca ci informa sul lancio dello slogan “libera, laica e solidale”: analizzando questi tre punti l’organizzazione sostiene che l’affermarsi della scuola pubblica sta iniziando a decadere perché i libri e il materiale scolastico costano tanto, i trasporti per arrivare a scuola sono scadenti e la scuola non è laica al contrario di come si definisce il nostro Stato.
Il problema strutturale alla base della scuola italiana
Abbiamo chiesto ai ragazzi se ritengono che le organizzazioni studentesche siano necessarie anche perché la scuola e gli insegnanti non sono in grado di sensibilizzare i giovani. Loro rispondono che c’è un problema strutturale per cui la partecipazione e l’informazione giovanile non sia quella che dovrebbe essere. Le cause di ciò sono innanzitutto il forte individualismo legato al modello economico in cui siamo immersi, quindi un modello che non porta all’interesse verso l’altro e spinge alla competitività tossica. Per quanto riguarda gli insegnanti, l’autonomia scolastica fa sì che le scuole in sé diventino aziende: il preside non diventa il garante di un modello educativo, bensì diventa un datore di lavoro e per questo all’insegnante viene data pochissima libertà di svolgere la propria professione come una vocazione. L’insegnante non ha più la passione per l’insegnamento e di lasciare qualcosa alle future generazioni, ma per il posto fisso. Il sapere è sempre meno libero, i docenti molto spesso vengono censurati e non hanno la possibilità di insegnare il pensiero critico e il ragionamento. Le scuole sono sempre più militarizzate, si vedono sempre più poliziotti e militari nelle scuole che vengono a parlare di psicologia, argomento del quale loro non hanno padronanza e mancano sempre di più esperti che invece portino del sapere vero e libero all’interno della scuola.
La lotta fra il restare e l’andare
In Italia assistiamo sempre più ad una fuga di cervelli, e per questo è importante conoscere le motivazioni alla base di questo desiderio di scappare. Giada ci dice che ha sempre desiderato di andarsene, sin da quando ero piccola, ma è dagli ultimi anni (anche grazie ad UdS) che ha cambiato mentalità: per l’associazione restare è una forma di resistenza, cercando di fare quanto più possibile per tutti i giovani che non vorrebbero fare altro che scappare. Collettivizzarsi e conoscere persone che hanno avuto la stessa esperienza fanno capire che andarsene è la resa, è quello che effettivamente richiede meno coraggio, e rimanere qui e cercare di sforzarsi è la cosa più difficile. Anche Andrea considera ‘casa’ Napoli e la Campania perché è qui che esercita la sua militanza, dove ha cercato di cambiare le cose sbagliate tutte le volte che è sceso in piazza, ed è questo quello che gli piace e che vuole fare. I ragazzi hanno imparato che la lotta non deve sempre essere attiva, nel senso che inevitabilmente ci saranno, a un certo punto nella vita, dei paletti che in un modo o nell’altro potrebbero far rallentare o far finire la la militanza: “La resistenza è spesso e soprattutto passiva: resistenza significa anche rimanere qua, anche radicalizzare le persone nel nostro piccolo e non per forza fare le cose in grande; perché se il nostro pensiero ha aiutato e ha fatto cambiare visione ad una persona va già bene, non dobbiamo avere il presupposto di cambiare il mondo da soli”.
Come cambia la vita di uno studente dopo l’entrata in UdS?
Per primo ci risponde Gianluca: “Io ho sicuramente molte occhiaie in più da quando sono nell’organizzazione, ma allo stesso tempo ho mille ragioni in più per svegliarmi la mattina, ho mille persone in più che mi vogliono un bene profondo e vero, che mi fanno sentire amato e che nella lotta trovo sempre a fianco. L’unione degli studenti è un’esperienza totalizzante a cui dai anima, cuore, sangue, sudore, lacrime, perché non è un gioco: noi stiamo cercando di portare un cambiamento vero, di trasformare la nostra realtà e società. Ci parla anche Azzurra, il membro più giovane di UdS Poggiomarino: “Sono entrata da poco in UdS, però questa associazione mi dà un po’ di speranza in cosa si può fare per migliorare questo sistema scolastico. È bello vedere che anche qualcun altro si interessa dei problemi che effettivamente ci sono, ed è bello perché vedi le persone che lottano affinché queste cose si possano realizzare e anche se alla fine non è possibile, è comunque gratificante vedere altre persone che si muovono”. Anche Andrea ha voluto dire la sua: “UdS mi ha fatto crescere molto di più e mi ha fatto imparare tutto ciò che mi avrebbe dovuto insegnare la scuola: vivere meglio i rapporti umani, capire come ascoltare e parlare meglio dei miei problemi e dei problemi degli altri, come empatizzare con le persone; mi ha educato al consenso e al transfemminismo, a cui purtroppo molti ragazzi non sono educati”. Invece Giada ci dice che Uds le ha insegnato a prendersi cura dell’altro in modo non superficiale e a non dare nulla per scontato, quindi generalizzare dei problemi che all’apparenza sembrano solo piccoli e individuali.
Il messaggio di UdS a tutti gli studenti del nostro territorio
Il nostro dialogo si apre e si chiude con Gianluca, che manda un forte messaggio a tutti gli studenti campani: “Penso che siamo stati troppo abituati alla resilienza e non alla resistenza, quindi incassare il colpo e accettare l’omertà della cultura camorristica di cui siamo intrisi, accettare gli abusi e la marginalizzazione che subiamo quotidianamente. Se volessi mandare un messaggio agli studenti di oggi, direi che nun s’hanna stà: ‘starsi’ non è la soluzione giusta, perché purtroppo ci sono altre mille persone come loro, migliaia, che stanno male, ma non lo dicono o comunque provano a ignorarlo o a stare bene senza guardare effettivamente la causa del problema. Secondo me sta tutto nel trovare il coraggio di muoversi sia come essere individuale che collettivo.”
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