La vicenda che ha sconvolto Palermo vede protagonista una ragazza di soli 15 anni, indagata insieme al fidanzato per estorsione e istigazione al suicidio del padre, un uomo di 48 anni che si è tolto la vita nel marzo dell’anno scorso. Un dramma familiare che emerge con forza dalle chat WhatsApp sequestrate dagli inquirenti, in cui si leggono minacce, ricatti e continue richieste di denaro.
Le minacce al padre: “Mi invento la qualsiasi”
Uno dei messaggi più inquietanti inviati dalla ragazza recitava: “Dammi i soldi, perché quanto è vero Dio mi metto a inventare cose ma così indegne che ti ammazzano davvero. Mi invento la qualsiasi, pure che mi hai violentata.” Un ricatto pesante, che secondo l’accusa ha contribuito a spingere l’uomo al suicidio.
Secondo l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip del Tribunale minorile di Palermo, il rapporto tra padre e figlia era diventato un incubo. Il giudice ha descritto i messaggi come “una pressante pretesa con un tono costantemente minaccioso”.
Un padre ridotto sul lastrico dalle richieste di denaro
Le richieste economiche erano continue e spaziavano da poche decine di euro a migliaia. Nonostante il padre cercasse di spiegare di non avere più soldi, neanche per il cibo o le medicine, la figlia non smetteva di insistere: “Pa, con te le buone maniere non servono, mandami 50 euro e basta”, oppure “Ti giuro che non ti darò pace”.
Il denaro, secondo le indagini, serviva per acquisti futili come console da gioco e cosmetici, ma anche per finanziare il gioco d’azzardo del fidanzato e coprire le spese carcerarie del padre di lui.
La disperazione dell’uomo prima della tragedia
La situazione era precipitata dopo la morte della madre della ragazza e l’arrivo di una nuova compagna in casa. La 15enne si era trasferita dal fidanzato, continuando a pretendere denaro con minacce di coinvolgimento dei servizi sociali e accuse false di violenza.
Nell’ultimo messaggio inviato al padre, la ragazza scriveva: “Tu vuoi di nuovo la guerra. Non ti è bastato tutto quello che è successo? La macchina rotta. Tu all’ospedale. Tu vuoi arrivare a cose più gravi e te ne vuoi andare vero dall’Italia a dormire sotto un ponte?” Il giorno successivo, il 48enne si è tolto la vita, lasciando lettere in cui accusava la figlia e il fidanzato di averlo distrutto psicologicamente e finanziariamente.
Le indagini e le accuse a carico della 15enne
La Procura dei minori di Palermo ha avviato un’inchiesta per accertare le responsabilità della ragazza e del fidanzato. L’accusa di estorsione e istigazione al suicidio pesa su entrambi, mentre la comunità resta sconvolta di fronte a un dramma familiare dai contorni inquietanti.