Ancora un’aggressione ai danni di medici e infermieri del 118, questa volta a Napoli, in Salita Miradois, dove un equipaggio della postazione “Annunziata” è stato vittima di un violento attacco. L’episodio, avvenuto venerdì mattina, segna l’undicesima aggressione dall’inizio dell’anno ai danni del personale sanitario, secondo quanto riportato dall’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate”.
La dinamica dell’aggressione
L’equipaggio del 118 era intervenuto su segnalazione di un’emergenza per una crisi epilettica. Tuttavia, all’arrivo, i sanitari hanno constatato che la crisi era già superata. L’infermiere, nel chiedere chiarimenti sulla chiamata, ha scatenato la furia dei presenti.
Il marito della paziente ha estratto un coltello da caccia, minacciando il personale.
Contestualmente, alcune donne hanno aggredito fisicamente l’equipaggio.
Una delle assalitrici ha impugnato una spranga di ferro, tentando di colpire l’infermiere.
Solo l’intervento dell’autista dell’ambulanza ha evitato conseguenze più gravi.
Gli aggressori sono stati identificati e saranno processati per direttissima.
La denuncia dell’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate”
L’associazione, che da anni monitora le violenze ai danni del personale sanitario, ha evidenziato come questo ennesimo episodio sia indice di un problema sempre più grave. La violenza contro i soccorritori, secondo gli esperti, è spesso frutto di un malessere sociale diffuso, ma non può in alcun modo giustificare simili atti di aggressione.
Anche il deputato Francesco Borrelli è intervenuto sull’accaduto, condannando duramente l’episodio:
“Un’aggressione vigliacca e inaccettabile che avrebbe potuto trasformarsi in una tragedia. Solo grazie alla tempestività e ai nervi saldi dell’equipaggio si è evitato il peggio. Gli aggressori devono essere giudicati con la massima severità. Di fronte a tanta violenza, l’unica risposta deve essere tolleranza zero”.
La richiesta di strumenti di sicurezza per il personale sanitario
Sui social, la vicenda ha scatenato un acceso dibattito. Molti utenti hanno evidenziato la necessità di strumenti tecnologici per proteggere il personale medico, tra cui:
Bodycam per gli operatori sanitari, in grado di registrare eventuali aggressioni.
Telecamere a bordo delle ambulanze, per documentare i fatti e facilitare le denunce.
Alcuni hanno rilanciato la proposta di un “Daspo per la Sanità”, ovvero il divieto di ricevere cure mediche per un certo periodo per chi si rende responsabile di aggressioni contro il personale sanitario.