Lo stop al decreto autovelox ha creato davvero molta confusione. Abbiamo provato a vederci più chiaro intervistando l’avvocato di AssoUtenti Nazionale, Gabriele Malluso.
Ricordiamo che dal 1992 con l’articolo 142, comma 6, del codice della strada i dispositivi per rilevare automaticamente la velocità devono essere approvati dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (Mit) e devono essere “omologati”. Alcune circolari ministeriale, fra cui una nel 2020, avevano equiparato approvazione e omologazione.
Da quando lo scorso anno è giunto in Cassazione un ricorso di un automobilista che sottolineava la mancanza di omologazione, si è stabilito che senza omologazione la multa è da considerarsi nulla, anche se l’autovelox era approvato. Lo stesso principio è stato ribadito, poi, da altre due ordinanze della Suprema corte. Adesso che c’è stato uno stop al decreto si è alimentato il caos, sono aumentati i contenziosi ed il cittadino appare sempre più sfiduciato.
L’avvocato Malluso, in qualità di Presidente di AssoUtenti non usa troppi mezzi termini: “Ci aspettiamo una concentrazione anomala di multe su alcune arterie molto frequentate dai vacanzieri. Gli autovelox vengono spesso utilizzati non come strumenti di prevenzione, ma come strumenti di incasso da parte degli enti locali. Questo alimenta tensione e valanga di ricorsi, con costi enormi per la giustizia e le amministrazioni a danno dei consumatori”.
La proposta di AssoUtenti è chiara: “Chiediamo al Ministero dei Trasporti di aprire un tavolo permanente di confronto tra Comuni e associazioni dei consumatori, per definire una regolamentazione omogenea, trasparente e rispettosa dei diritti, di partecipare al neo costituito osservatorio sulla destinazione dei proventi delle multe rispetto agli Enti Locali perché i cittadini devono conoscere le destinazioni dei proventi degli Enti locali. Infine, proponiamo l’introduzione di procedure di conciliazione paritetica tramite le associazioni dei consumatori tra cittadini e pubblica amministrazione, per ridurre il numero di ricorsi e offrire soluzioni rapide, giuste e sostenibili”. La questione resta calda e sicuramente terrà banco ancora per molto.