Un’importante operazione antidroga è scattata all’alba di oggi, 6 marzo 2025, tra le province di Napoli e Salerno, portando all’esecuzione di 51 misure cautelari. Tra gli indagati spicca il nome di Antonio Gemignani, noto sui social come “Papusciello”, attualmente irreperibile.

L’operazione e il giro d’affari milionario
Coordinata dai carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata, l’operazione ha visto l’impiego di oltre 200 militari, impegnati nello smantellamento di una vasta rete di traffico di stupefacenti. Le indagini hanno permesso di ricostruire l’attività di 15 piazze di spaccio e di quantificare un giro d’affari di circa 8 milioni di euro.

Durante il blitz, gli investigatori hanno sequestrato 19 chili di cocaina e oltre 500mila euro in contanti. Il trasporto della droga avveniva tramite automobili dotate di scomparti segreti, utilizzate per eludere i controlli delle forze dell’ordine.

Chi è il tiktoker Papusciello?
Antonio Gemignani, 47enne di Torre Annunziata, è un volto noto nel panorama social locale. Su TikTok conta quasi 150mila follower e oltre 1,5 milioni di like, una popolarità che gli ha permesso di partecipare a trasmissioni televisive, tra cui il “Peppy Night Fest” condotto da Peppe Iodice.

Secondo le indagini, sarebbe coinvolto in almeno due episodi di cessione di cocaina, che avrebbe venduto con il nipote Nino Gemignani. Inoltre, è sospettato di aver incassato denaro proveniente dallo spaccio.

Il PM aveva richiesto per lui la custodia cautelare in carcere, ma il GIP, ritenendo insufficienti gli indizi relativi alla ricezione del denaro e valutando il ruolo marginale nelle due cessioni, ha disposto per lui solo l’obbligo di firma presso la polizia giudiziaria.

Nel corso dell’interrogatorio, Papusciello ha negato ogni accusa, dichiarandosi estraneo ai traffici illeciti del nipote e di Antonio Panariello, altro indagato considerato un punto di riferimento per l’approvvigionamento della droga.

Indagato anche un sacerdote per favoreggiamento
Tra i soggetti coinvolti figura anche un sacerdote di Torre Annunziata, accusato di aver coperto le assenze di Nino Gemignani durante un periodo di messa in prova per precedenti reati.

Nel 2022, infatti, Gemignani avrebbe dovuto svolgere attività di volontariato in parrocchia, ma secondo gli inquirenti si sarebbe limitato a firmare i registri, con la complicità del prete, che avrebbe attestato falsamente lo svolgimento del servizio.

Tuttavia, nei confronti del sacerdote, così come per altri indagati, il GIP ha deciso di non emettere misure cautelari, considerando la personalità dell’indagato, il tempo trascorso dai fatti e la modesta gravità dei reati contestati.