La città di Marigliano (Napoli) si trova senza guida amministrativa dopo le dimissioni di 13 consiglieri comunali, che hanno decretato la fine dell’amministrazione del sindaco Peppe Jossa. La decisione, ufficializzata con la firma davanti a un notaio, ha provocato la caduta del governo cittadino a pochi mesi dalla fine del mandato.
Le dimissioni e la crisi politica
Il primo cittadino, eletto nel 2020 con una coalizione composta dal Partito Democratico e alcune liste civiche, ha commentato duramente l’accaduto, sottolineando come “l’interesse personale abbia prevalso sul bene della città”. Tra i 13 consiglieri dimissionari, due facevano parte della maggioranza, contribuendo a far vacillare la stabilità dell’amministrazione.
Jossa ha accusato i consiglieri di aver “tradito il progetto di rilancio della città”, scegliendo di dimettersi nello studio di un notaio piuttosto che affrontare un dibattito pubblico in consiglio comunale. Secondo il sindaco uscente, questa scelta sarebbe motivata dall’intento di evitare un confronto diretto sulle ragioni della crisi politica.
Le dichiarazioni di Peppe Jossa
Jossa ha ribadito la sua fermezza nel non voler cedere a pressioni e ricatti, dichiarando:
“Non sono ricattabile e non ho mai voluto sacrificare il bene di ciascuno dei cittadini di Marigliano. I consiglieri comunali che hanno tradito il nostro progetto lo sanno bene. Ne renderanno conto ai mariglianesi.”
Il sindaco ha inoltre evidenziato il lavoro svolto per migliorare la città, denunciando come le continue tensioni interne abbiano ostacolato l’azione amministrativa.
Le conseguenze per Marigliano
Con la caduta dell’amministrazione, il Comune sarà ora guidato da un commissario prefettizio, in attesa delle nuove elezioni. La situazione politica resta tesa, con le forze locali chiamate a ricostruire un equilibrio in vista della futura tornata elettorale.