L’inchiesta sullo sfruttamento del decreto flussi per favorire l’ingresso illegale di stranieri in Italia ha portato a 46 indagati e 31 misure cautelari agli arresti domiciliari, emesse dal GIP Giovanni Rossi su richiesta della Procura di Salerno.
Il sistema illecito e il ruolo di Raffaele Nappi
Fulcro dell’organizzazione sarebbe stato Raffaele Nappi, già arrestato nel luglio scorso, il quale, grazie alla collaborazione con aziende compiacenti, avrebbe fittiziamente assunto cittadini stranieri per consentire loro di ottenere il nulla osta al lavoro senza mai effettivamente impiegarli.
Il meccanismo prevedeva:
Il pagamento di circa 2.000 euro ai datori di lavoro disposti a figurare come assuntori.
L’incasso di somme tra 6.000 e 7.000 euro dai cittadini stranieri tramite intermediari.
L’inoltro delle richieste false con il supporto di CAF e patronati compiacenti.
Solo nel 2023, Nappi avrebbe guadagnato circa un milione di euro, riciclato attraverso false fatture emesse da aziende conniventi, tra cui la ditta Arfedi di Armando Nappi. La copertura contabile sarebbe stata garantita dallo studio dei commercialisti Giuseppe e Nicola Salvati.
L’inchiesta e i reati contestati
L’indagine, condotta dai Carabinieri del Nucleo Tutela del Lavoro e coordinata dal procuratore capo Giuseppe Borrelli e dal vicario Alberto Cannavale, ha preso in esame il periodo 2021-2022 e individuato almeno 2.000 pratiche ritenute fittizie. Tuttavia, gli inquirenti sospettano che il fenomeno sia molto più ampio.
Le accuse contestate agli indagati comprendono:
Associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina
Corruzione
Falso in atto pubblico
Riciclaggio
Cinque cittadini stranieri destinatari delle misure cautelari risultano attualmente irreperibili. Le indagini proseguono per accertare l’intero giro d’affari legato alla regolarizzazione illecita di immigrati.