Un’importante operazione contro il caporalato e lo sfruttamento del lavoro è stata condotta nella zona Pip di Domicella (Avellino) da un’unità congiunta di Polizia di Stato e Guardia di Finanza, con il supporto dell’Ufficio tecnico del Comune. Gli investigatori hanno scoperto un opificio tessile abusivo, gestito da due cittadini del Bangladesh, in cui lavoravano dieci operai extracomunitari in condizioni critiche.

Lavoro nero e condizioni disumane
L’indagine ha rivelato che solo tre lavoratori risultavano regolarmente assunti, mentre gli altri sette erano impiegati in nero, privi di qualsiasi tutela contrattuale e assicurativa. Il salario percepito era di appena 4 euro l’ora, una cifra ben al di sotto dei minimi previsti dai contratti collettivi nazionali.

Le condizioni igienico-sanitarie all’interno dello stabilimento erano drammatiche:

Un solo bagno malfunzionante per tutti i lavoratori
Pasti consumati sui banchi di lavoro, senza alcuno spazio adeguato
Gravi carenze nella sicurezza, tra cui la totale mancanza di adeguamenti antincendio
Scarti tessili accumulati e smaltiti illegalmente, con evidenti rischi ambientali
Sequestro dell’opificio e denunce
A seguito degli accertamenti, l’opificio è quindi sottoposto a sequestro. I due titolari sono inoltre denunciati per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, reati previsti dall’articolo 603-bis del Codice Penale, che punisce il caporalato e le condizioni di sfruttamento lavorativo.

L’operazione ha avuto origine da segnalazioni anonime riguardanti un anomalo affollamento di cittadini stranieri presso alcuni immobili acquistati da cittadini del Bangladesh nella zona. Questo ha portato gli investigatori a ipotizzare la presenza di opifici abusivi destinati allo sfruttamento di manodopera irregolare.