La Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Napoli Poggioreale “G. Salvia” ha recentemente sventato un tentativo di introduzione di sei telefoni cellulari destinati a un detenuto. L’operazione, condotta con grande professionalità, sottolinea ancora una volta il delicato lavoro svolto dagli agenti in condizioni di estrema difficoltà.

I Dettagli dell’Operazione
Durante i controlli di routine effettuati durante i colloqui tra detenuti e familiari, gli agenti hanno rinvenuto tre smartphone e tre cellulari di piccole dimensioni abilmente occultati all’interno della scarpa di un familiare. Gli apparecchi, prontamente sequestrati, sono stati messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente.

Marianna Argenio, vicesegretaria regionale per la Campania del SAPPE (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), ha lodato il personale per l’operazione, sottolineando l’importanza della loro dedizione nel garantire la sicurezza del carcere.

Le Criticità del Sistema Penitenziario
Tiziana Guacci, segretario regionale del SAPPE, ha evidenziato come questo episodio sia emblematico delle numerose problematiche che affliggono il sistema penitenziario italiano. Tra le principali difficoltà:

Carenza di personale: Il carcere di Poggioreale registra una mancanza di circa 200 agenti.
Sovraffollamento: La struttura ospita un numero di detenuti superiore del 100% rispetto alla capacità regolamentare.
Nonostante queste sfide, la Polizia Penitenziaria continua a dimostrare professionalità e impegno, affrontando fenomeni in crescita come il tentativo di introdurre illegalmente telefoni cellulari e sostanze stupefacenti.

Una Problematicità Nazionale
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha denunciato il continuo afflusso di dispositivi illeciti nelle carceri italiane, spesso introdotti anche tramite droni. Capece ha sottolineato l’urgenza di interventi strutturali, tra cui:

Schermatura delle sezioni detentive: Misure tecniche che impediscano l’uso di dispositivi tecnologici nelle celle.
Uso estensivo di apparecchi di rilevamento: Strumenti specifici per individuare telefoni cellulari nelle aree detentive.
Capece ha inoltre criticato l’uso improprio di tali apparecchi durante le prove di esame interne al Corpo di Polizia, definendolo “assurdo” e “inaccettabile”.

Le Richieste del SAPPE
Nonostante l’introduzione di una normativa penale che prevede pene severe (da 1 a 4 anni di reclusione) per chi tenta di introdurre o detenere illecitamente telefoni cellulari in carcere, il fenomeno rimane preoccupante. Il SAPPE chiede con forza:

Maggiore supporto alle forze di Polizia Penitenziaria, attraverso il reclutamento di nuovi agenti.
Implementazione di tecnologie anti-intrusione, come la schermatura di celle e aree comuni.
Rafforzamento della sorveglianza per contrastare l’uso di droni.