Si terrà domani, lunedì 20 gennaio, presso il Tribunale di Torre Annunziata la prima udienza del processo contro don Catello Malafronte, parroco del Santuario di San Michele Arcangelo sul Monte Faito, accusato di abusi edilizi. L’inchiesta prende le mosse da una denuncia del WWF Terre del Tirreno, risalente al novembre 2021, che ha portato alla luce presunte irregolarità nei lavori edili intorno alla chiesa.

La Denuncia del WWF e i Risultati del Sopralluogo
I volontari del WWF segnalarono la presenza di opere non autorizzate, tra cui:

La realizzazione di un tracciato viario ex-novo alle spalle della chiesa.
Una discarica abusiva di materiali edili nel versante di Pimonte, un’area a rischio frana.
Il sopralluogo dei Carabinieri Forestali della stazione di Castellammare di Stabia confermò le segnalazioni, accertando che i lavori erano stati eseguiti senza le necessarie autorizzazioni. L’area coinvolta, situata nel Parco Regionale dei Monti Lattari, è soggetta a vincoli paesaggistici e idrogeologici, e fa parte di un sito di interesse comunitario (SIC) a protezione speciale.

Il Parroco e il Ruolo di Committente dei Lavori
Don Catello Malafronte, legale rappresentante dell’ente religioso responsabile del Santuario, è accusato in qualità di committente delle opere. Secondo l’accusa, i lavori sarebbero stati eseguiti in violazione delle normative ambientali e urbanistiche, causando danni al territorio circostante.

La Reazione del WWF: “Uno Scempio Contro Natura”
Claudio D’Esposito, presidente del WWF Terre del Tirreno, ha espresso la sua indignazione:

«È sconfortante che il responsabile di questo scempio sia un uomo di chiesa. Papa Francesco, nella sua enciclica Laudato Sì, ha sottolineato l’importanza di tutelare la natura come parte della creazione divina. Eppure, proprio nel cuore del Parco Regionale dei Monti Lattari, si continua a devastare il territorio con colate di cemento e tagli indiscriminati di alberi. È un cattivo esempio che legittima altri abusi impuniti».

Un Processo che Richiama l’Importanza della Tutela Ambientale
Il caso di Don Catello Malafronte rappresenta un esempio emblematico di come anche in contesti protetti, come i parchi regionali e i siti di interesse comunitario, si possano verificare violazioni gravi alle normative ambientali.

La vicenda sarà seguita con attenzione, non solo per l’aspetto legale, ma anche per le implicazioni morali e simboliche legate al ruolo di un parroco che avrebbe dovuto essere un custode del territorio.