Il reparto di Emergenza della Città ospedaliera di Avellino continua a vivere una situazione critica, con numeri che evidenziano il grave sovraffollamento e le difficoltà organizzative. La vigilia dell’Epifania ha confermato una tendenza ormai cronica, con 56 pazienti in attesa, di cui ben 7 in codice rosso e 28 in codice arancione, ovvero casi gravi e gravissimi.
Attese infinite: un caso emblematico
Tra i tanti pazienti, spicca la vicenda di una donna classificata come codice rosso, costretta ad attendere oltre 25 ore per ricevere assistenza. Una situazione che si ripete ciclicamente, aggravata dalla carenza di spazi e personale e dalla mancanza di dimissioni nei reparti superiori durante le festività.
Le cause del sovraffollamento
La congestione del pronto soccorso è il risultato di una combinazione di fattori:
Carichi di lavoro eccessivi dovuti all’aumento della popolazione nei periodi festivi.
Carenze strutturali, come una rete assistenziale territoriale inadeguata.
Blocco delle dimissioni dai reparti superiori, che ostacola il turnover dei posti letto.
Piano di gestione del sovraffollamento non applicato correttamente, nonostante l’approvazione recente.
Proposte e critiche
L’associazione CittadinanzAttiva ha proposto il commissariamento della struttura per affrontare le difficoltà gestionali, ma la direzione ospedaliera non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito.
Dal canto suo, il sindacato Nursind punta il dito contro la rete territoriale e richiama l’attenzione sui dati negativi del report Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali). In particolare, viene evidenziato il bollino arancione per la medicina territoriale dell’ASL di Avellino, con performance insufficienti nella presa in carico dei pazienti cronici e una dotazione di servizi territoriali scarsa.
La crisi sanitaria regionale
Il Nursind sottolinea come il problema sia più ampio e radicato nelle politiche sanitarie regionali e nazionali:
Posti letto insufficienti: in Campania si registrano meno di 3,1 posti letto ogni 1.000 abitanti, uno dei valori più bassi a livello nazionale.
Pianificazione carente: secondo il sindacato, servono strategie a lungo termine per potenziare la sanità pubblica, invece di soluzioni tampone come il commissariamento di singoli reparti.