L’Italia ha aumentato il livello di vigilanza sanitaria negli aeroporti a causa della diffusione di una misteriosa malattia in Congo. Il focolaio, che ha già causato centinaia di vittime nella regione africana, ha spinto le autorità sanitarie a intensificare i controlli, soprattutto sui viaggiatori provenienti dalle aree a rischio.
Caso a Lucca: nessun pericolo di contagio
A Lucca, un uomo rientrato dal Congo, dove lavora a circa 700 km dalla zona colpita dall’epidemia, è stato ricoverato con febbre e anemia. Dopo accertamenti presso l’ospedale San Luca, il paziente è stato dichiarato fuori pericolo. Spartaco Sani, responsabile delle malattie infettive dell’ospedale, ha confermato che si trattava di una comune sindrome influenzale, non correlata al focolaio congolese.
Misure di sicurezza negli aeroporti italiani
Nonostante non vi siano voli diretti tra Italia e Congo, il Ministero della Salute ha dato istruzioni agli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf) di monitorare attentamente i passeggeri provenienti dalla regione. Particolare attenzione è stata posta ai sintomi influenzali come febbre, mal di testa, difficoltà respiratorie e anemia, che potrebbero essere associati alla malattia.
Questa sorveglianza è stata rafforzata anche in vista del Giubileo del 2025, che attirerà milioni di pellegrini in Italia, aumentando i rischi di diffusione di malattie contagiose.
La malattia in Congo: cosa sappiamo
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la malattia che si sta diffondendo in Congo potrebbe essere una zoonosi, ovvero una patologia trasmessa dagli animali all’uomo. I sintomi includono febbre alta, difficoltà respiratorie e anemia. L’OMS ha inviato una task force sul campo per identificare l’agente patogeno responsabile e contenere l’epidemia.
Prevenzione e globalizzazione: la sfida sanitaria
Le autorità italiane sottolineano l’importanza di un sistema sanitario globale e interconnesso. “La mobilità internazionale e la globalizzazione richiedono vigilanza costante per affrontare potenziali minacce sanitarie”, ha dichiarato il Ministero della Salute. La collaborazione tra Paesi è fondamentale per prevenire la diffusione di epidemie e garantire la sicurezza sanitaria globale.