Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, ha pronunciato una sentenza di assoluzione con formula piena per un uomo di 54 anni accusato di violenza sessuale nei confronti di una bambina di 11 anni, figlia della sua compagna. La decisione è stata emessa dopo cinque anni di processo, concludendo che “il fatto non sussiste”.

La vicenda giudiziaria
Secondo le accuse formulate dagli inquirenti, i presunti abusi sarebbero avvenuti tra il 2015 e il 2016, in luoghi che si estendono tra Roccaraso e Caserta. La presunta vittima, che all’epoca dei fatti aveva 11 anni, ha rivelato gli episodi di violenza solo quattro anni dopo, quando ne aveva 15.

Il caso ha suscitato un acceso dibattito, data la delicatezza delle accuse e la complessità nel ricostruire i fatti a distanza di anni. L’imputato era assistito legalmente dagli avvocati Sergio Pisani, Giuseppe Stellato e Umberto Pappadia, che hanno costruito una solida difesa avvalendosi della consulenza della nota criminologa Roberta Bruzzone.

La sentenza: assoluzione con formula piena
Dopo un lungo iter giudiziario, la Corte ha stabilito che non vi fossero elementi sufficienti per sostenere la colpevolezza dell’imputato. La formula di assoluzione, “perché il fatto non sussiste”, indica l’assenza di riscontri concreti alle accuse mosse contro di lui.

Il ruolo della difesa e della criminologia
Gli avvocati difensori hanno puntato sull’analisi dettagliata delle prove e delle testimonianze, sottolineando incongruenze nelle dichiarazioni rese dalla presunta vittima e dubbi sulla veridicità dei fatti contestati. La consulenza della criminologa Roberta Bruzzone si è rivelata determinante per analizzare gli aspetti psicologici e comportamentali legati alla vicenda, offrendo una chiave interpretativa alternativa che ha convinto la Corte.

Un verdetto che lascia riflettere
L’assoluzione segna la fine di un percorso giudiziario lungo e complesso, ma solleva interrogativi sulla gestione delle accuse di violenza sessuale, soprattutto quando emergono a distanza di anni. In casi così delicati, è fondamentale bilanciare il diritto delle vittime alla giustizia con il principio della presunzione di innocenza.

Questo caso rappresenta un esempio emblematico di quanto sia cruciale, in ambito penale, una difesa accurata e l’utilizzo di competenze interdisciplinari per garantire un processo equo.