È arrivata venerdì mattina, quattro giorni prima del tavolo convocato al Mimit – e anticipato al 10 dicembre – la lettera di licenziamento per i 97 lavoratori di Trasnova, società di movimentazione per la quale non è stata rinnovata la commessa con Stellantis. Al quinto giorno di presidio davanti allo stabilimento del gruppo automobilistico di Pomigliano d’Arco (Napoli), i dipendenti hanno ricevuto la notizia del licenziamento collettivo dovuto alla “rappresentata volontà di Stellantis – scrive la Srl nella lettera – di cessare gli appalti in essere”.

Insieme a loro, fuori dai cancelli del sito di produzione, la segretaria del Pd, Elly Schlein: “Questi lavoratori, queste lavoratrici, sono quelli che tengono in piedi il nostro Paese”, dice, ricordando che l’obiettivo è arrivare al Tavolo “in cui si blocchi la procedura, si riconfermi la commessa e si dia un futuro a questi 400 operai, alcuni dei quali lavorano qui da 21 o da 35 anni”, ribadisce.La Trasnova, che effettua la gestione della movimentazione delle auto negli stabilimenti di Torino/Mirafiori-Rivalta, Piedimonte San Germano, Pomigliano D’Arco e Melfi, sottolinea “che non è possibile alcuna ricollocazione del personale in forza” in quanto opera “in regime di monocommittenza e non ha altri cantieri dove poter ricollocare il personale attualmente in forza”.

La lettera, inviata ai ministeri del Lavoro e delle Imprese, ai sindacati e alle Regioni interessate, coinvolge le unità produttive di Pomigliano d’Arco (54 dipendenti), Torino-Piedimonte San Germano (28 dipendenti), Mirafiori-Rivalta (14 dipendenti) e Melfi (un responsabile). In un momento di forte crisi per l’automotive, i sindacati chiedono a gran voce un intervento del governo.

Per il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, i 97 licenziamenti di Trasnova sono “gli ultimi effetti del disastro Tavares”. Per la Fiom, che ribadisce la richiesta a Chigi di convocare Elkann, “sono necessari investimenti in ricerca e sviluppo, nuovi modelli per rilanciare gli stabilimenti e occorre tutelare l’occupazione dei lavoratori diretti e della filiera e componentistica”.

Di azione “grave” nei confronti dei lavoratori “che confidano nell’apertura di un confronto che possa innanzitutto valutare le alternative disponibili sia in termini di ammortizzatori sociali che in materia di rilancio industriale anche oltre il perimetro Stellantis”, parla la Fim Cisl che invita l’azienda a revocare la procedura e “a dimostrare una maggiore comprensione delle istanze dei lavoratori e propensione al confronto sindacale”.

Dal canto suo Stellantis, nella serata di giovedì, aveva fatto sapere di essere “disponibile” a riaprire la discussione con la direzione di Trasnova, “consapevole” degli impatti che la fine del contratto ha sui suoi lavoratori. Intanto in Borsa il titolo di Stellantis termina la settimana, iniziata in deciso calo dopo le dimissioni di Tavares, guadagnando il 3,19% a 12,948 euro per azione.