Tra le proposte emendative alla Legge di Bilancio 2024, emergono i bonus dedicati alle famiglie che scelgono di iscrivere i propri figli alle scuole paritarie. Si tratta di una misura che ha riacceso il dibattito politico, coinvolgendo maggioranza e opposizione.
Bonus fino a 1.500 euro: la proposta Malagola
La richiesta principale, avanzata dall’on. Lorenzo Malagola (Fratelli d’Italia), prevede un contributo economico di fino a 1.500 euro per le famiglie con un reddito ISEE inferiore a 40.000 euro. L’obiettivo è supportare le famiglie nella scelta di istituzioni scolastiche private paritarie, riducendo il peso economico di questa decisione.
Nonostante l’iniziativa trovi il sostegno di figure di spicco come l’ex ministra dell’Istruzione Mariastella Gelmini, essa ha sollevato critiche, in particolare da parte delle opposizioni e di alcuni membri della maggioranza, per il rischio di trascurare le esigenze della scuola pubblica.
Le proposte di Lorenzo Cesa: bonus fino a 2.000 euro
Parallelamente, l’on. Lorenzo Cesa (Noi Moderati) ha avanzato due emendamenti distinti:
Un bonus di fino a 2.000 euro per ogni studente iscritto a una scuola paritaria, sempre con un reddito ISEE familiare massimo di 40.000 euro.
L’esenzione dall’Imu per gli edifici destinati esclusivamente ad attività scolastiche parificate.
Entrambi gli emendamenti prevedono un sistema di scaglioni inversamente proporzionali al reddito ISEE, garantendo maggiore sostegno alle famiglie con redditi più bassi.
Dibattito e polemiche
Queste proposte hanno riacceso un dibattito mai sopito sul rapporto tra scuola pubblica e privata. Da un lato, i sostenitori ritengono che i bonus siano un incentivo equo per garantire libertà di scelta educativa alle famiglie. Dall’altro, i detrattori sottolineano come queste misure possano essere viste come uno spostamento di risorse dalla scuola pubblica, che serve la maggioranza degli studenti italiani, a quella privata, frequentata da una minoranza.
Cosa succede ora?
Gli emendamenti rientrano tra quelli “super-segnalati” per la discussione in Parlamento, il che significa che hanno buone possibilità di essere esaminati e, potenzialmente, approvati. Tuttavia, restano da valutare sia l’effettiva copertura finanziaria, sia l’impatto sulle scuole pubbliche.