Il decreto Fisco è ufficialmente legge, dopo il via libera della Camera con 151 voti favorevoli, 111 contrari e 4 astensioni. Il provvedimento, che anticipa alcune misure della legge di bilancio, introduce importanti novità in ambito fiscale e sociale, rendendo il testo un vero e proprio “omnibus”.

I principali punti del Decreto Fisco
Rateizzazione del secondo acconto Irpef per le Partite Iva
Un’importante misura riguarda i titolari di Partita Iva, che potranno beneficiare della rateizzazione del secondo acconto Irpef. Sarà possibile posticipare il pagamento a gennaio 2025 o suddividerlo in cinque rate mensili a partire dallo stesso mese. Questa misura, proposta dalla Lega e accolta dal governo, mira a dare respiro finanziario ai lavoratori autonomi.

Riapertura del concordato preventivo
Per i contribuenti che non hanno aderito al concordato biennale ma possiedono i requisiti, c’è tempo fino al 12 dicembre 2024 per regolarizzare la propria posizione. È una nuova finestra di opportunità per chi vuole mettersi in regola con il Fisco.

Bonus Natale ampliato
Una misura che interessa direttamente i lavoratori dipendenti è il Bonus Natale. Il contributo di 100 euro, erogato insieme alla tredicesima, sarà disponibile per chi ha un reddito complessivo annuo inferiore a 28.000 euro. L’ampliamento della platea dei beneficiari rappresenta un sostegno concreto per le famiglie in vista delle spese natalizie.

Modifiche al 2×1000 per i partiti politici
Nel testo finale del decreto, è stato approvato un emendamento che aumenta la dotazione per i partiti politici, portando il finanziamento da 25 a 28 milioni di euro per il 2024. La misura è legata al 2×1000 Irpef, lasciando invariato il sistema di scelte espresse dai contribuenti.

Payback sanitario farmaceutico
Una delle modifiche più rilevanti riguarda il payback sanitario farmaceutico. Per rispondere alle richieste delle Regioni, il decreto stabilisce nuovi criteri di ripartizione del ripiano delle aziende farmaceutiche, affidando all’Aifa la determinazione delle quote entro il 31 ottobre dell’anno successivo al riferimento. Il riparto sarà equamente suddiviso: 50% pro capite e 50% in base ai superamenti dei tetti di spesa regionali.

Iter e divergenze politiche
Durante il passaggio parlamentare, il decreto ha generato contrasti interni alla maggioranza. In particolare, è stata bocciata la proposta della Lega di prorogare al 2025 la riduzione del canone Rai a 70 euro. Il voto contrario di Forza Italia, in linea con le opposizioni, ha evidenziato una spaccatura sulle priorità politiche.