A Montoro, terzo comune della provincia di Avellino, l’emergenza legata alla contaminazione dell’acqua potabile da tetracloroetilene persiste, lasciando i suoi 20.000 abitanti in uno stato di ansia e disagio. L’ordinanza del sindaco Salvatore Carratù, che vieta l’uso dell’acqua per fini alimentari, igienici e domestici, resta in vigore, mentre le autorità lavorano per trovare una soluzione.

Le Origini della Contaminazione
La crisi ha avuto origine nei pozzi comunali della località Chiusa, dove le analisi hanno rilevato livelli di tetracloroetilene e tricloroetilene superiori alla soglia di 10 μg/l fissata dal decreto legislativo 18/2023. In alcuni punti, i valori hanno raggiunto i 40 μg/l, evidenziando un quadro allarmante.

Il tetracloroetilene, utilizzato principalmente nell’industria chimica, farmaceutica e nelle lavanderie a secco, è noto per la sua lenta degradazione. Questo processo può generare composti ancora più tossici, che si accumulano nelle falde acquifere, aggravati da un sistema infrastrutturale inadeguato e da emissioni industriali.

Conseguenze per la Salute Pubblica
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) classifica il tetracloroetilene e il tricloroetilene come probabili cancerogeni per l’uomo. Questi composti, assorbiti per inalazione o ingestione, si accumulano nei tessuti adiposi, nel fegato, nei reni e nel sistema nervoso centrale, con effetti tossici a lungo termine che possono includere:

Danni epatici e renali.
Alterazioni del sistema nervoso centrale.
Un potenziale aumento del rischio di neoplasie.
La situazione a Montoro rappresenta una minaccia concreta per la salute pubblica e richiede interventi rapidi e mirati.