La Procura di Prato ha aperto un fascicolo di indagine sui tragici eventi verificatisi nella mattinata di lunedì 9 dicembre presso il deposito di carburanti Eni di Calenzano (Firenze). I reati ipotizzati includono omicidio colposo plurimo, lesioni colpose aggravate dalla violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e disastro colposo.

L’Indagine e l’Autopsia
Il procuratore Luca Tescaroli, a capo delle indagini, ha incaricato un team di tre medici legali per effettuare le autopsie sulle salme delle cinque vittime, tre delle quali sono state recuperate sotto le macerie nella mattinata successiva all’esplosione. Le operazioni di identificazione si stanno rivelando particolarmente complesse per quattro delle vittime, rendendo necessari anche esami del DNA.

Le Vittime Identificate
Tra i deceduti, solo una vittima è stata identificata con certezza: si tratta di Vincenzo Martinelli, 51 anni, originario di Napoli ma residente a Prato. Gli altri quattro lavoratori coinvolti sono:

Carmelo Corso, 57 anni, nato a Catania e residente a Prato.
Gerardo Pepe, 46 anni, nato in Germania da genitori italiani.
Franco Cirielli, 46 anni, originario di Matera.
Davide Baronti, 49 anni, nato ad Angera (Varese), cresciuto a Livorno e residente a Bientina (Pisa).
La Sicurezza sul Lavoro al Centro dell’Inchiesta
L’indagine si concentrerà sulle presunte violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro, un aspetto cruciale in questa tragedia. L’obiettivo è accertare eventuali negligenze o mancanze procedurali che potrebbero aver contribuito al disastro.

Un Bilancio Umano Devastante
L’incidente di Calenzano evidenzia ancora una volta l’importanza di garantire rigorosi standard di sicurezza nelle aree industriali, soprattutto in settori ad alto rischio come quello dei carburanti. La Procura è determinata a fare chiarezza su quanto accaduto per offrire giustizia alle famiglie delle vittime.